lunedì 6 agosto 2012

Koh Jum e il tempo che non c'è

Koj Jum è l'isola del tempo che non c'è.
Scandiamo noi i ritmi, eccetto che per il giorno e per la notte, ma sono solo dettagli.
Per il resto il tempo a disposizione è talmente tanto che arriva ad annullarsi e non c'è più.
Anche coloro che qui lavorano e devono scandire il tempo, lo fanno con grazia e senza fretta.
Senza fretta.
Allora esiste davvero la possibilità di una vita senza fretta dove ci si può sentire nati di nuovo, non rinati, ma nati...di nuovo.
Io mi sento come se dovessi imparare ancora l'alfabeto prima di saper leggere e scrivere; il mio corpo lentamente torna a fiorire, il mio sguardo a riprendere vita. Pare l'inizio di una nuova vita.
La possibilità di una vita migliore è come le isole di fronte a noi.
Vi sono giorni che sai che ci sono, lo intuisci, ma la foschia non ti lascia intravvedere nulla; vi sono invece mattine in cui appaiono all'alba all'improvviso, nette e limpide. E dentro di te sai che è sufficiente una solida barca per andarle a toccare con mano.
Ieri ci siamo fatti avvolgere dalla foresta.
Sotto ad un cielo a tratti minaccioso, ci siamo addentrati tra rovi, rami secchi, insetti, formiche giganti, palme, alberi della gomma, cespugli in fiore, orchidee in miniatura, durioni e improvvisamente ci siamo ritrovati nel cortile di un contadino divertito alla nostra apparizione.
Se ne stava seduto a riposare e quando ci ha visti ha semplicemente sorriso e ci ha salutati con garbo.
Non abbiamo ancora noleggiato quello che poi diventerà il nostro principale e divertente mezzo di trasporto, un motorino, quindi i primi passi che abbiamo mosso sull'isola sono stati davvero sudati, lunghi, interminabili passi!
Abbiamo raggiunto l'altro versante dell'isola, precisamente il piccolo porto che gli abitanti utilizzano per i loro spostamenti e dove il turismo ancora non è arrivato, il Mo Tu Pier. Qui il mare rientra e crea una specie di fiume salato.
Comincia a piovere e troviamo riparo sotto ad un casotto di legno insieme ad alcuni abitanti. Ci guardano e sorridono, qualcuno tenta un maldestro approccio in thailandese, ci chiedono se abbiamo bisogno di bere o se semplicemente ci siamo persi.
Quando arriva la sera, dopo un tramonto incredibilmente bello, solo la luce delle stelle e quella della nostra inseparabile torcia ci accompagnano lungo la spiaggia, interminabile e così silenziosa.
Avverto la potenza e l'immensità della natura, mi sento così piccola ma così partecipe a tutto questo.
Il cielo è un'enorme volta preziosa di stelle che sembrano sussurrare e vibrare.
Il rumore instancabile del mare insieme allo scricchiolio lieve dei nostri piedi nudi sulla sabbia sono gli unici suoni che respiriamo con gratitudine.
La sabbia è trafficata da granchi di ogni misura che sbucano all'improvviso da buchi nella sabbia, corrono veloci tra i nostri piedi e si precipitano in altri buchi sparendo dalla nostra vista.La bassa marea lascia qualche pozza di acqua in catini naturali fatte dalle rocce e ogni catino è un microcosmo di granchi, pesci piccolissimi, pulci d'acqua. Mondi di una notte che spariranno con l'avanzare delle onde.
Domani ci sposteremo in un'altra struttura, più piccola di questa e più isolata.
Fermarsi ancora qualche giorno purtroppo non era possibile, l'avvicinarsi del Natale rende difficoltoso trovare sistemazioni disponibili.
Ci attende il Lu Boa Hut, una nuova avventura.




















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