domenica 22 marzo 2015

Birra e dintorni

Non sono propriamente una "birrofila", la birra mi piace ma quello che mi esalta in campo alcoolico è ben altro e intanto che ci siamo vi devo dire che aborro i cocktail.
Insomma, quando bevo mi piacciono i gusti decisi e puliti, le mescolanze le lascio agli altri.
Sul fronte birra, visto che qui il caldo si sente e secca la gola, una chiara leggera con scorza di lime mi mette di buon umore, almeno fino a ieri.
Seduti di fronte al lungo mare con il nostro amico paleontologo ci siamo abbandonati ad un pranzo leggero da sabato soleggiato, giusto un piatto di ceviche (immaginate una tartare di pesce fresco pomodoro cipolla sedano e limone) e qualche tacos.
E lui cosa ordina da bere? Un clamato con cerveza, scatenando immediatamente la nostra curiosità, perchè che avesse ordinato una birra non ci era sfuggito ma l'abbinamento a questo clamato ci ha spiazzato.
La descrizione ci ha lasciato alquanto perplessi, sinceramente abbinare una birra a un sugo (sì un sugo) di pomodoro fresco, tamarindo, tabasco, sale, pepe e....sugo di vongole e molluschi, traete le vostre conclusioni, a me ha fatto per un attimo girare lo stomaco.
Al solo immaginare di sorseggiare un intruglio di quella portata, ho immediatamente pensato alle pozioni di Harry Potter, alle caramelle ai mille più uno gusti e amenità del genere.
Posto che l'occhio vuole la sua parte, quando è arrivato il suo bicchiere, dimenticandomi per un momento il contenuto, ho valutato che effettivamente aveva il suo fascino.
Il bordo spolverato di sale, il rosso del liquido cui stava affogata una cannuccia ricoperta di una pasta collosa di rosso più intenso e infine la faccia soddisfatta del nostro amico, mi hanno convinto alla prova estrema: assaggiarlo.
Vi dirò, è bastato proprio un minimo sorso per decretarne l'assoluta perfezione.
Non saprei come descrivervi il solletico delle mie papille gustative e la brama insieme di volerne ancora, e ancora un goccio e fatemelo sentire bene ancora perchè non sono sicura.
"Ma hai provato a mangiare un po' della pasta attorno alla cannuccia?"
Santi numi, si mangia???
Sì, si mangia e lo si fa pure volentieri.
Il sapore della birra viene completamente stravolto e sostituito da un soave aroma dissetante in cui il tabasco e il sugo di vongole e molluschi prendono il sopravvento, ma non pensate di sentire un saporaccio di pesce fresco in bocca come foste pellicani.
E'....soave, delicato, aromatico, equilibrato, fresco, appetitoso e soprattutto non stordisce.
Una versione più soft e ugualmente piacevole è la mezclada, dove tutto l'intruglio è sostituito dal succo di lime e limone con l'immancabile spolverata di sale sul bordo del bicchiere, ma decisamente inferiore al clamato de cerveza.
Non che il luogo sia da meno, intendiamoci, ma sorseggiarlo di fronte ad un mare che è uno specchio di azzurro e di blu, con il vento che scompiglia i capelli, il sole che profuma la pelle e in ottima compagnia ti fa desiderare di ripetere tutto dall'inizio.
Ok, ora odiatemi:).



giovedì 5 marzo 2015

Febbraio

I mesi con 28 giorni ingannano, ti lasciano con il fiato corto e un po' storditi a ricominciare a contare da 1 così presto. Insomma, non vale e non vale nemmeno quando di giorni ne hanno 29 perchè è come comprare qualcosa che costa 9,99 euro.
Poi, se vogliamo dirla tutta, febbraio è sempre un po' compresso, con questa scusa che ha meno giorni degli altri mesi si farcisce a dismisura.
Per dire, noi abbiamo affrontato un Carnevale durato 10 giorni, un Festival dell'Arte, una visita all'Oceano Pacifico dove le foche ti saltano sulla barca (se ce l'hai), diversi avvistamenti di Samantha Cristoforetti, l'incontro con un libro magico, il salvataggio di un colibrì  e indimenticabili aperitivi sulla spiaggia alla sola luce della luna e delle stelle.
Sì odiatemi, lo so.
Partendo dall'argomento Carnevale, evento tanto atteso da tutta la cittadinanza, devo premettere che io non lo amo molto, anzi direi che non lo amo affatto.
Fino a che sono stata una bambina ricordo le stelle filanti e i coriandoli come qualcosa che si infila nel tuo costume da damina dell'ottocento e ti fa grattare senza sosta; da adolescente essere rincorsi da lupi mannari e pirati che desiderano inondarti di schiuma da barba o fiale puzzolenti non ha di certo migliorato la situazione. Da adulta infine ho accuratamente evitato ogni minimo contatto con feste mascherate, feste a tema, rincorse all'utimo minuto per trovare un costume originale e partecipazioni a sfilate di carri nel gelo dell'inverno padano.
Tutto negativo eccetto per i krapfen alla marmellata brusca di prugne che circolavano in casa e per le chiacchiere che dovevi mangiare senza respirare per non intasarti il naso di zucchero a velo.
La riluttanza con cui siamo scesi al paesiello tutto addobbato per l'occasione è quindi comprensibile.
Qui fanno le cose in grande, mobilitano strade, improvvisano parcheggi custoditi, dispiegano ben 221 uomini armati a sorvegliare la sfilata sul lungomare e le strade buie collegate, bloccano il traffico consentendo ai ristoranti di apparecchiare sulla strada.
Così ci siamo trovati seduti al tavolino di un bar con affaccio proprio sul Malecon, il lungomare, a bere una birra, sgranocchiare qualche tacos e guardare i carri passare.
Musica a tutto volume, ballerine di samba, dragoni di cartapesta, pappagalli giganteschi colorati, schermi giganti, band musicali e dall'alto dei carri i lanci tanto attesi dai bambini di dolci e caramelle.
Insomma, un bel bordello.
Confermo la mia indifferenza al Carnevale, bello, colorato, probabilmente divertente con le sue giostre a dipingerlo di una patina nostalgica, adatta ad una cartolina.
Diverso il Festival dell'Arte a Todos Santos, tranquillo, pacato, direi meditativo.
Todos Santos si conferma un posto un po' magico, come sospeso nel nulla e attraversato da una strana atmosfera che profuma di memoria ancestrale. Uno di quei posti che ti immagini scollegati da tutto il resto del mondo, un paesino in miniatura dentro ad una palla di vetro che se la scuoti scende la neve.
Gallerie d'arte aperte, ristorantini con musica e candele, un mercatino dell'artigianato dove comprare dalla sella per il cavallo alla migliore Tequila del Messico.
E' a Todos Santos che ho trovato un libro speciale, divorato in pochi giorni nonostante fosse in inglese: Just Kids di Patti Smith.
Una bibbia, un documento di purezza inaudita circa l'arte e l'amore, una fonte di ispirazione continua.
Un libro che nessun artista dovrebbe farsi mancare.
Diversa atmosfera a Cabos San Lucas, affacciato sull'Oceano Pacifico e meta di molti attori americani.
I bancomat erogano dollari anzichè pesos e questa la dice tutta.
Il porto di Cabos è ordinatamente abitato da imbarcazioni lussuose e da foche curiose che saltano a poppa cercando qualcosa da inghiottire.
Si respira denaro ad ogni angolo, nei negozi di alcune grandi firme, nelle agenzie di vendita yacht e negli hotel immensi popolati da americani e canadesi.
Le farmacie espongono a caratteri cubitali i nomi dei medicinali più introvabili, pronte a venderli senza ricetta e a prezzi esorbitanti.
Qui abbiamo bevuto la migliore Tequila fino ad ora trovata: la 5 Perros.
E l'abbiamo gustata nel bar più piccolo del Messico, giusto due metri per tre di legno tappezzato di dollari americani e biglietti da visita bizzarri.
Il ritorno al Mar di Cortez è stato come abbassare il volume della radio.
Abbiamo ritrovato la scia di Samantha Cristoforetti in certe notti stellate e abbiamo brindato alla luna, in completo silenzio fuorchè il rumore delle onde, e al salvataggio di uno degli esseri più delicati e incredibilmente affascinanti del mondo, il colibrì.
Lo abbiamo trovato come morto fuori dalla porta, esausto o accaldato non si muoveva ma respirava affannato. Un po' di acqua fresca sul capino, un sorso di nettare a base di acqua e zucchero e dopo qualche peripezia ha preso di nuovo il volo facendo roteare quelle minuscole ali.
Torna ogni giorno, infila il lungo becco nei fiori di aloe ronzando come un elicottero, compie un rapido giro intorno alla mia testa e se ne va.
Tenerlo in mano è stata una delle esperienze più incredibili che abbiamo avuto con gli animali.

Quando Patti Smith era solo un'anima lunga e nera per le strade di New York e Robert Mapplethorpe un viso d'angelo con i capelli a boccoli, una signora avvicinandoli disse al marito: ehi, guarda, devono essere due artisti!.
Il marito tirando dritto le rispose: no, sono solo ragazzi (Just Kids).





l'interno del bar più piccolo del mondo