domenica 29 dicembre 2013

Cose così..

Qui il mondo è tutto da scoprire, fatto di storie da ascoltare e da vedere.
E spesso sono le cose che incontrano il nostro cammino, non serve cercare.
Un po' come tuffare la mano nel sacchetto dei numeri della tombola, frullare le dita per mescolare bene e afferrare un tondino.
Così può succedere in un solo giorno:

- che il cielo diventi così nero e minaccioso da farti pensare che ormai la giornata sia andata....


ma nell'ora più bella, al tramonto, ti faccia una sorpresa da toglierti il fiato



- che ti chiedi come farai a caricare tutta la spesa sul motorino, poi incontri lui e ti sembra di avere un SUV



- che compri le uova sfuse al mercato chiedendoti un po' preoccupata come farai a trasportarle integre a casa e poi arriva la semplicità di certe soluzioni che ti fanno ancora stupire



- che vivere nella natura non è un motivo sufficiente per fare l'abitudine a bizzarri incontri

Varano

piccoli di Zibetto delle palme

insetto stecco

- che camminando incontri lui e ti chiedi se stanno girando le nuove puntate delle simpatiche canaglie



- che ti ritrovi ad avere tante cose da dire a nuovi amici in una lingua che non è la tua e scopri che vi capite benissimo 


- che un uccellino si innamori di te e ti faccia la danza dell'amore per conquistarti



- che se un uccello del paradiso vive nel tuo giardino, ci sarà un perchè.....


















lunedì 16 dicembre 2013

Strajè!

Strajè significa sparpagliati, in questo caso per il mondo....è quello che noi siamo

Grazie al giornalista Andrea Violi della Gazzetta di Parma che ha pazientemente ascoltato le nostre parole, raccolto le nostre immagini e ne ha fatto questo:











mercoledì 11 dicembre 2013

La bizzarra storia di Cirlèn, di un insano richiamo della foresta e di un karma che si è concluso

Cirlèn è stato il protagonista di uno dei tanti episodi bizzarri che abbiamo vissuto qui in Sri Lanka.
Non so cos'ha questo posto di così speciale che fa accadere le cose più logicamente impossibili.
E' d'obbligo una premessa alla vicenda: nella mia infanzia sono stata molestata più volte da un gallo, per la precisione da un francesino, uno di quei galletti francesi che notoriamente vengono utilizzati nei combattimenti per la loro aggressività.
All'epoca avevo sì e no 5 anni e passavamo le estati abbarbicati in un paesino dell'Appennino emiliano, in una casa dal sapore di altri tempi che mio nonno paterno aveva costruito e successivamente salvato dalle ingiurie degli anni prima di morire.
Per una bambina curiosa come me l'avventura si nascondeva dietro ad ogni angolo, anche nel cortile comune delle quattro case che, insieme, formavano tutto il paesino.
Cirlèn era fiero e altezzoso, nel suo dna di francesino era irascibile, soprattutto con chi era piccolo, come me.
Prendeva a rincorrermi per l'aia sbattendo le ali e allungando il collo per mirare al mio fondoschiena, memore forse del fatto che io giocavo con le "sue" galline.
Mi beccava e se ne andava trionfante; ricordo certi pomeriggi passati in casa perchè fuori, nell'ombra, c'era lui ad aspettarmi.
Questo ha creato in me una sorta di diffidenza nei confronti di tutti i galli, galletti e affini, soprattutto perchè, a mio dire, lui rimaneva sempre impunito.
Qualche settimana fa passando per Matara davanti al negozio di animali cosa vediamo rinchiuso in una gabbia sotto al sole e ai fumi dello smog?
Un cirlèn.
Mio marito ferma il bolide, si gira e mi guarda: lo portiamo a casa?
Piccola parentesi: noi siamo un po' come la canzoncina di Gianni Morandi di una volta "me lo prendi papà?" e la famigliola in men che non si dica si ritrova con un'arca di Noè senza precedenti.
Ci fermiamo, chiediamo il prezzo (irrisorio, un cappuccino per dire) e ce lo facciamo inscatolare.
Dietro al bolide, con lo scatolone in braccio, deglutisco trattenendo il respiro: potenza dei ricordi infantili.
E se infila il becco dentro al buco per respirare e mi becca? e se arrivati a casa lo liberiamo e comincia a rincorrermi per il cortile?
Il viaggio verso casa si risolve in maniera così accettabile che per un attimo penso che il poverino forse non ha retto ed è schiattato.
E invece no.
Apriamo la scatola e se ne sta lì appollaiato a "coccodare".
I nostri cani ovviamente impazziscono di gelosia e di naturale istinto venatorio.
In un secondo si consuma la tragedia.
Il galletto spicca un balzo sulla balaustra del portico, arriva furtivo il cane nero dei vicini che fino alla mattina pensavamo avesse qualche ora di vita perchè vecchissimo e rincorre il poverino facendolo scappare nella foresta.
Parte l'inseguimento: mio marito che insegue il cane che insegue il gallo coccodante e tutti inseguiti dai mimmini, i nostri cani (sulla cui genealogia aprirò un post a parte).
Il cielo si fa minaccioso, comincia una leggera pioggia che si trasforma via via in uno scroscio tipicamente tropicale.
Dalla foresta arriva un coccodè strozzato poi più nulla : è fatta, Cirlèn è stato preso.
Metto scarponi e impermeabile e parto anch'io nel groviglio di rami, foglie e rampicanti.
Ogni varco che riesco ad aprire davanti a me, subito dopo il mio passaggio si richiude come una porta.
L'acqua ormai passa l'impermeabile e comincio a scorgerti da lontano con la faccia scura e tutto bagnato.
"Il cane nero l'ha ammazzato, l'ho trovato per terra con il collo torto e senza vita...sto cercando il cane nero ma deve essere scappato portandosi via Cirlèn"
Per il cane nero questo momento esatto non è un bel momento.
E' entrato nel nostro cortile, ha rincorso il nostro gallo e lo ha ammazzato.
La sete di vendetta serpeggia silente nel bosco insieme a copiosi rivoli d'acqua piovana.
Per un attimo, solo per un attimo, a vederci così bagnati, in silenzio, a confonderci con le mangrovie, in allerta ad ogni minimo rumore, ho pensato a Platoon. Per fortuna solo per un attimo.
Rientriamo a casa riaprendoci varchi che sono diventati più difficoltosi perchè la pioggia ha reso pesanti le foglie, il terreno è diventato melmoso e la stanchezza si fa sentire.
Scaldiamo l'acqua con il bollitore per fare una doccia calda, ci facciamo una tazza di te e rimaniamo in silenzio pensando alla breve carriera del nostro gallo.
"era molto bello"
E in effetti devo dire, per quel poco che l'ho osservato, che era veramente un bell'esemplare.
Piumaggio dorato, rossastro, blu con lunga coda da bersagliere e zampe rivestite, cresta importante e carnosa, Cirlèn era della specie endemica del gallo della foresta (nome volgare di Gallus Lafayetti), mica robetta.
La sera arriva in un battibaleno, ceniamo sotto al portico godendoci la tregua della pioggia e il lago tornato tranquillo, il tempio si staglia bianchissimo in lontananza e nel buio che via via diventa più intenso si accendono le voci dei grilli e i gridolini delle volpi volanti.
E' stato un attimo, il mio sguardo si spostato dal portico al giardino, nel punto in cui dopo la siepe comincia la discesa verso il lago e là, come un'apparizione diabolica, lo vedo.
Bagnato fino alle ossa, zampetta fiero allungando il collo qua e là nel silenzio più totale, tanto che nemmeno i mimmini ne hanno sentito la presenza.
La mia espressione di assoluta meraviglia ti mette in allarme ma non giri la testa, perchè immagini ma non ci credi.
"Non dirmelo..."
"sì sì...te lo dico...lui è lì..."
Lo recuperiamo dopo un po' di starnazzamenti vari, è spaventato, trema e....io lo prendo in braccio.
Non ce la faccio, in quel momento lo vedo così indifeso e così miracolato che le mie fobie cirlènesche svaniscono.
Lo portiamo in bagno, lo asciughiamo e contiamo i danni, pochi per la verità: solo qualche piuma se ne è andata ma il collo è integro e non ha ferite.
Si è finto morto? è resuscitato? nessuno lo saprà mai nè tantomeno come abbia fatto a ritrovare la strada di una casa che non ha avuto il tempo di conoscere.
Pigola di quel pigolio drammatico ma non cerca di beccare o di scappare.
Accetta senza pensarci due volte qualche cracker sbriciolato e una ciotola di acqua poi si mette a coccodare sull'asse di legno che gli abbiamo preparato tra il davanzale e il muretto della doccia, tra lavandino e water, così che ogni volta che uno di noi va in bagno, se lo ritrova ad altezza faccia che ci guarda nel momento più privato.
Eh beh, è un'esperienza anche questa, fare la pipì mentre un Cirlèn ti osserva....
La notte trascorre con l'eccitazione che solo i bambini possono capire, con continue spole tra la camera e il bagno, tra il portico e il bagno, tra il salotto e il bagno, nemmeno fossimo diventati incontinenti.
Il sonno si porta via per un momento la giornata passata, il bosco, la tragedia, il miracolo e la presenza di un galletto in bagno, fino all'alba, quando un fragoroso chicchirichì ci fa scoppiare a ridere, un po' meno al sesto chicchirichì di fila.
Nei giorni a seguire troviamo un degno alloggio al nuovo ospite utilizzando come pollaio notturno la casetta degli attrezzi; durante il giorno siamo costretti a legare Cirlèn ad una zampa con una corda chilometrica per evitare che possa di nuovo andare nel bosco e diventare cibo per cani o varani.
Lui si dimostra mansueto, curioso del giardino, un po' meno quando i cani lo puntano emettendo guaiti minacciosi ma la cosa dura poco, ben presto anche loro si abituano alla sua presenza, tanto che il giorno in cui Cirlèn scappa nella foresta i prodi mimmini partono diligenti al suo recupero facendolo atterrare sano e salvo di nuovo nel giardino.
Così scopriamo che oltre ai cani per i ciechi, ai cani da riporto, ai cani guardiani di pecore, ci sono anche i cani guardiani di galletti aspiranti suicidi.
Ma Cirlèn doveva compiere una missione, l'ultima che avrebbe suggellato un momento unico.
Con abilità da amanuense slega la corda dalla zampa, vola in silenzio nel bosco approfittando della pennichella (una delle tante) dei mimmini e comincia a scorrazzare coccodando tra mangrovie e cespugli.
Che è stato come urlare ai predatori: ragazzi son tornato! sono qui!!!
L'urlo definitivo, strozzato, ripetuto, non ci lascia più alcun dubbio: è stato di nuovo preso ma stavolta non si è finto morto.
Questa volta è morto per davvero.
Voglio pensare che la ritrovata libertà lo abbia (e passatemi per questa volta il termine) ringalluzzito ma che non sia potuto sfuggire al suo destino dopo aver fatto pace con chi è stato vittima di suoi antenati, pulendo così il suo karma e lasciando questa valle di lacrime con dignità.
Ciao Cirlèn, eri davvero simpatico, io non ce l'ho più con te.