domenica 19 gennaio 2014

Daily News - C'ero prima io

Il principale, e fino a qualche mese fa unico, aeroporto dello Sri Lanka è il Bandaranaike situato a Negombo, anche se per convenienza (di certo non geografica) lo si indica a Colombo.
Verso la metà dell'anno scorso per volere del Presidente M.Rajapaksa è stato finalmente ultimato un secondo aeroporto situato nel sud dell'isola, una comodità non indifferente per coloro che si spostano frequentemente e risiedono al sud (come noi) e per il turismo di massa che ogni anno si riversa sulle coste meridionali.
Ma.
C'è sempre un ma.
In preda dalla fretta di ultimare un aeroporto che fosse pronto e scintillante in occasione del Commonwealth che si è tenuto a novembre, non si è tenuto conto del dettagliato rapporto presentato da un professore di Zoologia della Colombo University, peraltro interpellato in fase di progettazione.
In questo rapporto si evidenziava come la costruzione di una struttura dall'impatto così devastante sulla traiettoria del principale flusso di migrazione degli uccelli, avrebbe sconvolto tutto l'ecosistema con danni immediati e protratti nel tempo.
Il Professore in questione non solo ha mosso una critica, ma lo ha fatto in maniera costruttiva suggerendo una località di poco distante ma totalmente fuori da questo centro nevralgico per la fauna aviaria.
Ma il Commonwealth era alle porte, non si poteva ritardare, questionare, riproporre, procrastinare.
Inoltre stiamo parlando della zona che ha dato i natali al Presidente e l'aeroporto, non per nulla, è il Rajapaksa Mattale Airport.
Tant'è, ignorare i dettami della natura credendo di passarla liscia dovrebbe essere una lezione già vista, imparata e digerita.
L'aeroporto è stato inaugurato con somma soddisfazione, anche se ancora limitato con gli scali (Dubai, Male, Colombo e Bejing), ma con potenzialità enormi per il futuro (la pista è idonea per l'Airbus A380 ed è l'unica in Sri Lanka).
Benissimo, noi alla notizia abbiamo sinceramente gongolato: mai più viaggi della "disperanza" verso e da Colombo in mezzo a traffico e smog, partenze con anticipi folli per non rischiare di perdere il volo e soprattutto l'idea di poter decollare e atterrare al Sud.
Oggi leggiamo con orrore che un conticino la Natura ha cominciato a presentarlo.
La città più vicina all'aeroporto, Hambantota, è letteralmente invasa da migliaia di pavoni agitati e spaventati ma soprattutto due giorni fa un aereo della Fly Dubai si è visto costretto ad un atterraggio di emergenza dopo una collisione in fase di decollo con due pavoni.
Pare sia il secondo caso dall'apertura del Rajiapaksa Mattale International Airport.
Va precisato che due semplici piccioni sono in grado di far schiantare un Boeing.
Ora, noi siamo assolutamente certi che il problema verrà rapidamente risolto, d'altronde non è una vicenda a noi italiani estranea dal momento che i nostri aeroporti sono dotati di squadre di falchi e falconieri per scoraggiare in maniera naturale il formarsi di stormi pericolosi per il nostro volo.
Ma tutto questo a che prezzo?
La prima soluzione pensata e comunicata è stata quella di sparare appena prima di un decollo e di un atterraggio per spaventare i volatili....e la cosa non mi pare molto risolutiva.
La seconda soluzione, agghiacciante, è stata quella di chiudere tutte le oasi nei dintorni: per chiudere intendo cementificare le pozze d'acqua, i laghi e tutte le risorse acquifere di cui la zona è disseminata.
Ma gli uccelli? qualcuno ha chiesto.
Si sposteranno naturalmente verso altre oasi, qualcun'altro ha risposto.
Certo, questa è la famosa reazione a catena.
Danneggiare e cancellare una riserva naturale e sovrappopolarne un'altra con conseguenze inimmaginabili.
L'ultima soluzione proposta è stata l'eliminazione fisica.
Non sto scherzando: si è parlato di eliminazione. Fisica.
Fortunatamente l'aeroporto è in prossimità di una città sacra, Kataragama, dove le comunità buddhiste e hinduiste si sono espresse all'unisono contro questa ipotesi di provvedimento definitivo.
Il pavone, secondo entrambe le religioni, è un animale sacro poichè veicolante la parola delle divinità. Nessuno ovviamente ha osato contrastare questa civile protesta.
Scongiurato il rischio eliminazione, il problema rimane:
- molti uccelli migratori si troveranno a non avere più un posto dove svernare
- l'affollata comunità dei pavoni si riversa nei villaggi vicini creando un po' di scompiglio ma soprattutto affolla in fila indiana o a gruppi sparsi l'autostrada (quindi causando un ulteriore allarme per l'uomo)
- tutto l'ecosistema ne risulta compromesso poichè dove sono gli uccelli, vivono altri animali.

Fare un nuovo aeroporto è un'iniziativa assolutamente condivisa e credo che unitamente ai lavori di ampliamento strade e reti ferroviarie, rientri nei progetti che rendono l'operato del Presidente ammirevole ma.....farlo un po' più in là non era proprio possibile?
Il Professore era stato interpellato nel 2007.....signori l'aeroporto è stato inaugurato nel 2013!!!
Sloggiare dall'oggi al domani intere comunità di uccelli tra i quali alcuni endemici (cioè si trovano solo qui) ma senza sapere bene come fare, mi pare una manovra scellerata.
Se qualcuno avesse la possibilità di chiedere a uno dei pavoni o uno degli uccelli cosa ne pensa al proposito, credo che molto pragmaticamente risponderebbe: "C'ero prima io....".
Ora vado a scrivere al Presidente, gli suggerirò una buona squadra di falconieri e se vuole io mi arruolo subito :)

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