martedì 17 luglio 2012

Wat Phra Kaew, il Tempio del Buddha Smeraldo

Se credete che visto un tempio li avete visti tutti, in parte sbagliate.
Vi sono templi in Thailandia con particolarità che non possono essere sottovalutate.
Il Wat Phra Kaew, ad esempio, è una costruzione imponente, regale, così maestosa da sembrare finta; intarsi di avorio, foglie d'oro, ebani, stucchi, bellissime statue di demoni, guerrieri, leoni e kinnari, le creature metà donna e metà rapace, e all'ingresso soldati in divisa impeccabili nonostante il caldo. 
I diversi edifici religiosi sono separati da viottoli di ghiaia bianca così il riverbero della luce che si riflette sulle altissime cupole dorate  è accecante.
Il Wat Phra Kaew è il tempio più sacro della Thailandia poichè all'interno di uno degli edifici è conservato il Buddha di smeraldo.
A dispetto dello sfarzo quasi pacchiano degli esterni, gli interni, pur riccamente affrescati o pannellati in pregiato legno intarsiato, invitano al silenzio e alla meditazione. 
Per entrare in un qualsiasi luogo sacro in Oriente occorre portare rispetto con il proprio abbigliamento e soprattutto lasciare fuori le scarpe, ma quest'ultimo dettaglio vale anche per qualsiasi negozio o abitazione.
Il Buddha è generalmente in fondo al tempio, in posizione centrale e rialzata così che tutti possano vederlo e nessuno possa sovrastarlo.
Ci si avvicina a capo chino e ci si inginocchia senza mai mostrargli i piedi; ci si allontana volgendo sempre il volto e mai le spalle e non senza aver acceso un incenso o, in alcuni casi, aver attaccato una foglia dorata alla sua statua.
Lasciamo le nostre scarpe al di fuori dell'ingresso e varchiamo la soglia lasciando la luce accecante dietro di noi; solo il Buddha è illuminato ma in maniera fioca, aggraziata.
E' una rappresentazione del Buddha molto importante così ci inginocchiamo tra diversi turisti e molti thailandesi che ogni giorno vengono per pregare e per portare doni.
L'atmosfera è emozionante, si respira il silenzio delle preghiere sincere, delle richieste fatte dal cuore di chi ancora crede e umilmente chiede un po' di respiro e di gentilezza, perchè qui la vita, al di là dei sorrisi, può essere maledettamente dura e cattiva.
Per un attimo penso alle nostre chiese dove l'ingordigia di chi le amministra ha fatto scemare la fede facendole svuotare e allontanare così la fede.
Non so cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, se esiste un Dio vero ed uno meno vero, penso solo alla semplicità dell'animo umano e al suo bisogno di avere risposte anche nelle non risposte.
Io non credo. Un poco invidio l'atto di fede di coloro che affidano i propri pensieri ad un'entità che non conoscono ma che amano e temono nel contempo.
Così rimango in rispettoso silenzio, osservo con discrezione i volti di chi ha un dio o una divinità cui rivolgere i propri pensieri.
Io sento solo una grande energia buona.
All'uscita la forte luce ci colpisce di nuovo, socchiudiamo gli occhi e davanti a noi una fila di monaci dalle età più diverse forma un lungo rosario di grani arancioni e crani rasati.
Passeggiano come se non toccassero terra, sorridendo miti e scherzando con i bambini incuriositi.
Il confine tra il sacro e il profano qui è molto labile, vince l'accettazione incondizionata e questo ci piace.
E' una terra dove si è esente dal giudizio e dal senso di colpa, immediatamente senti le spalle leggere e puoi ancora credere di poter aprire le ali.




Maestoso esterno del Wat Phra Kaew











Un guerriero di pietra a guardia del Buddha









Corridoio di presenze
Uno sguardo alla superba Kinnari 



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