giovedì 26 luglio 2012

Wat Pho il tempio del Buddha reclinato

Ho visto molte immagini del Buddha reclinato senza mai capirne l'unicità, fino a che non l'ho intravisto da una finestra del tempio che lo contiene. E solo lì, di fronte ad una emozione fortissima, ho capito quanto le immagini possano essere disattese dal vedere di persona l'oggetto dell'immagine.
Il Wat Pho è uno dei templi più antichi e solo per questo merita tanto rispetto.
Arriviamo dal fiume e tu non mi dici nulla, l'hai già visto ma come sempre lasci al mio sguardo "vergine" l'emozione di scoprirlo da sola. Grazie.
Ci avviciniamo al templio che contiene questa immensa statua ed io penso che in fondo è una grande statua dentro ad una costruzione ben fatta.
Troppo semplice. In una terra dove la semplicità regna non bisogna mai sottovalutare la grazia con la quale proprio questa semplicità viene mostrata.
Prima di entrare mi fai percorrere il perimetro del templio e lì lo vedo, o meglio, ne vedo una porzione.
Scorgo da dietro una enorme finestra il sorriso di beatitudine del Buddha, un sorriso che rincuora e che fa aprire la bocca di sorpresa perchè solo il suo sorriso occupa tutta la luce dell'apertura.
E' ingabbiato, quasi stretto dentro mura che paiono costruite attorno a lui e rifletto sul fatto che forse la serenità è dentro di noi anche quando siamo chiusi in prigioni che dovrebbero angosciarci.
Entriamo.
La luce come sempre non è mai violenta bensì naturale così che l'occhio debba abituarsi con calma e pazienza. E nel frattempo ci si ambienta, si respirano gli odori del legno e degli incensi, si percepisce a fior di pelle la pace e la tranquillità, si ascolta il rispetto fatto di silenzio. Questi luoghi sono fatti per far riposare l'anima e predisporla ad elevarsi.
Lungo tutto il corpo del Buddha una fila di ciotole di rame appese prevede un rituale magico: con un sacchetto di monetine lo si percorre in religioso silenzio rotto solo dal tintinnare di ciascuna moneta che metterai nella ciotola affidandole un pensiero. E quando sarai arrivato all'ultima ciotola ti sentirai il cuore più leggero.
Procediamo con ordine: Lui è magnificente, mi avvicino e non mi capacito di quello che sto ammirando e che il mio sguardo non riesce a comprendere tanto è grande.
Potrei stare comodamente in una sua mano.
La pianta dei piedi è decorata in fine madreperla su sfondo nero con diversi soggetti: carpe, ruote del destino, divinità, numeri fortunati. Un capolavoro di manifattura senza precedenti.
Lo sfarzo qui nella sua semplicità è volutamente mostrato, condiviso, amato, apprezzato, onorato.
Non vi è nulla di colpevole, non esiste il senso di colpa, solo devozione e speranza.
Senza le nostre scarpe e in fila indiana poniamo le monetine nelle ciotole e monetina dopo monetina, cullati dal tintinnio ipnotico, accendiamo tre incensi, una candela e poniamo la lamina d'ora sul Buddha.
Rituali che vanno al di là della scuola di pensiero che li ha generati; la speranza e il bisogno di serenità ci accomuna.
Usciamo con il sorriso.
Ci aspetta una bellissima navigazione per i canali interni del Chao Phraya e la barca che ci porterà ha, immancabilmente, una statuetta del Buddha contornata da una ciotola di riso e da una coroncina di fiori freschi.
Come non sorridere?




















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