domenica 15 luglio 2012

la casa di Jim Thompson

Le metropoli, soprattutto in Oriente, non rendono mai onore al paese in cui sono situate. Sono per lo più un ricettacolo del peggio che una terra nella sua complessità può offrire: denaro facile, occidentalizzazione, delinquenza, catrame, spietata povertà e spietata disparità tra classi abbienti e classi meno abbienti, sporcizia, freddezza, imponenza architettonica a discapito di garbata poesia rurale.
Bangkok è diversa. Bangkok ha un'anima ancora pulsante che emerge ad ogni angolo di strada.
E' per questo che si atterra a Bangkok e vi si rimane diversi giorni. Affascina, ti rapisce, ti diverte, ti fa riflettere.
Ci inoltriamo di mattina presto in una zona poco battuta dai turisti ma in realtà è solo "dietro l'angolo" del quartiere di Ayutthaya rispetto al formicaio di traffico che ogni volta lascia senza fiato.
Ogni piccolo spazio o pertugio è un brulicare operoso di fornelli a cielo aperto, macchine per il caffè, ciabattini, friggitorie di pesce e verdure, sarti, piccoli market dove tutto è piccolo colorato aggraziato: mini confezioni di dentifricio, colluttorio, crema per il corpo, saponette, alcol denaturato, fazzoletti di carta. Una versione lillipuziana di ciò che troveremmo in un nostro ipermercato con l'aggiunta dei colori, sempre vivaci e solari. Pare di entrare in un negozio di accessori per case di bambole.
In questo minuscolo quartiere non si parla altro che il thai ma ci si intende ugualmente.
La ragazza che ci prepara con cura un ottimo caffè sul marciapiede se la ride con gli altri avventori, tutti rigorosamente thailandesi. Credo si stiano domandando cosa ci facciamo lì, tra di loro!
Strano, a volte quando siamo a casa ci poniamo la stessa domanda...
Fermiamo un tuctuc al volo e ci facciamo portare alla casa di Jim Thompson.
Jim Thompson è stato un imprenditore statunitense che negli anni 50/60 ha fatto rifiorire il mercato della seta proprio in Thailandia. Si trasferì a Bangkok dove costruì una casa come sua dimora sulle rive del Chao Praya, l'immenso e gonfio fiume che attraversa Bangkok per gettarsi nel Golfo Thailandese. La sua vita divenne leggenda dopo la sua misteriosa morte. Si narra che la sua vera identità fosse quella di agente segreto e durante un viaggio nella giungla malese scomparve senza lasciare alcuna traccia, nemmeno un cappello. Dopo la sua scomparsa la casa divenne museo e il suo lavoro legato alla via della seta continua ancora oggi con splendidi manufatti venduti in tutto il mondo.
La sensazione di pace che si prova varcando l'imponente cancello in legno è immediata.
Un angolo di pace nel cuore di Bangkok scelto da Thompson come sua reggia; tra le mura vi si respira ancora la volontà di creare un rifugio di serenità per il corpo e per lo spirito, un luogo oserei dire sacro che, in religioso silenzio, violiamo.
Mangrovie, scoiattoli, piccole piscine d'acqua naturali che ospitano oziose tartarughe acquatiche e fameliche ma plastiche carpe koi.
Gli arredi all'interno della casa sono colmi di grazia e nel contempo non sono mai sfacciati ma di una sobria eleganza.
Ogni stanza è abitata da libri e fiori recisi e tutto il legno di cui è costruita sembra avere vita.
La camera da letto ha una enorme vetrata che si apre su un porticato che guarda il giardino e al di là di quel giardino scorre silenzioso il Chao Praya.
Quando scendiamo dal tuctuc la temperatura è elevata, il caldo umido ci rallenta i passi ma non appena entriamo nel giardino della casa, nonostante i giochi di luce tra le fronde degli alberi, improvvisi aliti di vento e il rumore placido del fiume ci ristorano.
Non solo non arriva il frastuono delle strade ma nemmeno il caldo soffocante dell'asfalto.
Per un breve attimo chiudo gli occhi e immagino mattine ancora fumose che entrano nella casa insieme al cinguettio degli uccelli. E lui, l'americano che si è costruito il sogno, scende dal suo letto in tek, a piedi nudi procede verso il porticato godendo del contatto con tutto quel legno e osserva, ogni giorno con lo stesso identico stupore, quella meraviglia.
Penso che chi ha creato tutto questo dovesse avere un'anima tormentata e abbia cercato di chiudersi in una personale Bangkok che lo facesse sentire libero e protetto insieme.
Si respira così intensamente ancora la sua presenza che in questa casa, benchè ora sia un museo, entrerei sempre chiedendo permesso.




camera da letto









nuvole di carpe koi












particolare di interni












oltre la siepe il Chao Praya

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