mercoledì 26 agosto 2020

Tornare

Prima o poi tutti tornano a casa...
Mio padre me lo ripeteva spesso, soprattutto quando ero in Oriente. Ho sempre pensato che fosse un modo per convincersi che davvero, prima o poi, non mi avrebbe avuta così lontana.
Poi il tempo ha accelerato, si è come accartocciato su sé stesso, ha vorticato così tanto da diventare un enorme buco nero che si è mangiato, inesorabile, tutto quello che gli si è avvicinato.
Avete presente nella Storia Infinita il Nulla che avanzava? Ecco, io mi sono sentita un po’ l’Atreiu della situazione.
E questo diario, al pari di tante cose, è sparito nel Nulla, dimenticato.
Ma la vita ama giocare e beffarsi di noi, fa giri non calcolati, per poi tornare da dove era partita, quasi a volerci insegnare qualcosa.
Non è quindi un caso che io mi ritrovi qui, in questa casa che mi ha visto bambina e dove molte delle persone che l’hanno abitata ormai non ci sono più.
Del resto, a dirla tutta, nemmeno io sono più quella, eccetto forse per la solita, indiscussa e fervida immaginazione che qui, tra boschi, pinete, ruscelli e case di sasso, ha galoppato e non poco.
Ribaltiamo le carte, le rimescoliamo, vediamo cosa esce a questo giro.
È un po' come scavare un nuovo letto a questo fiume che è la vita, immaginare se potrà scorrere senza grossi ostacoli, se le curve che si presenteranno saranno sufficienti a contenerlo e se sarà robusto abbastanza da portarlo direttamente al mare.
Anche la stagione che arriva è quella giusta, con l'estate che ormai vacilla, il sole che perde arroganza, il tremolio delle foglie sui rami, e quel vago senso di mistero che l'autunno porta con sé.
Sono tornata.