lunedì 19 novembre 2012

La vita in una cabana sulla spiaggia

Avere tempo per sè, per scrivere parlare dormire mangiare amare pensare guardare osservare leggere ridere non pensare. Tante sono le cose che si possono fare a Marakollya. Non ho mai avuto un momento di noia.
Il Mangrove è un piccolo sanatorio per anime stanche, dove lo spirito bambino si risveglia nelle casette di legno tra botole segrete, lenzuola colorate e torce per la notte; è una culla per amarsi con calma, dormendo sotto al silenzio vorticoso delle stelle e svegliandosi tra i cinguettii e il profumo fresco delle onde; è una stanza nuda, dove passeggiare con il proprio pensiero tenendosi per mano, l'unico contatto in quel soliloquio o sedersi fronte uno all'altro e riempire quel silenzio di parole racconti emozioni, senza trovarsi mai con nulla da dire.
Ogni mattina un piccolo scoiattolo zampetta sul trave portante della nostra cabana con il muso pieno di piccoli legnetti, corde, foglie secche, corteccia per depositarla nel globo di vimini del lampadario sopra alle nostre teste.
Ogni mattina mi godo quello spettacolo di lui che si affaccia sul nostro letto, osserva bene che nessuno sia sveglio o in movimento e lesto corre al centro del trave, si cala dallo stelo del lampadario e si tuffa nel cesto che per qualche minuto ciondola, sobbalza, si scuote: metter su casa non è un'impresa facile.
Dopo poco rispunta sullo stelo, ripercorre la strada a ritroso e sparisce sul tetto. Poi torna con un nuovo carico, avanti e indietro laboriosamente fino a che non ci alziamo da letto e non può più agire indisturbato.
La vita comporta fervore e lavorio tenace.
Prepariamo il nostro caffè mattutino, il più bello, il più buono.
La vecchia e sgangherata resistenza indiana non ci abbandona mai; a Matara abbiamo preso due tazze di ceramica colorata made in Sri Lanka, come ormai di consueto in ogni nostro viaggio e due cucchiaini in melammina per stemperare il latte in polvere.
Ci sediamo con l'alba che arriva alle spalle sotto al porticato e fissiamo il mare, costellato qua e là da pescatori al rientro.
Tutto ancora è soffuso, le nostre voci, i colori, il caldo e la luce tranne i cinguettii.
E' solo a quest'ora che si possono vedere gli uccelli più colorati volteggiare impazziti; ho sempre pensato che fosse il loro modo di comunicare la gioia del buongiorno.
Buongiorno buongiorno! sembrano urlarsi in cielo e sui rami.
Uccelli gialli con le ali nere, king fisher, cormorani, uccellini verdi, uccellini bianchi con le ali rosate e gli immancabili bellissimi fieri corvi giganti. Non è proprio qui che me ne innamorerò, ma comincio ad osservarli con discreto interesse.
Un varano esce allo scoperto, lento e serafico. 
I gechi che durante la notte si erano dati un gran da fare sotto alla luce del portico sono andati a dormire e una mantide religiosa sullo stipite della porta ruota il capino fissandoci in modo inquietante con i suoi grandi occhi triangolari.
Facciamo colazione, seconda razione di caffè e cibo a scelta tra fette di toast, frutta fresca, riso, uova, noodles, succo di frutta.
Siamo pronti per il lato destro della spiaggia, quello più trafficato se per traffico si può intendere tre strutture a debita distanza l'una dall'altra, un bar, una minuscola casa abitata e in lontananza il porto di Tangalle, così lontano che non arrivano che le immagini mute, senza sonoro.
Scopriamo un'ansa del fiume di acqua dolce dietro ad una duna di sabbia e immediatamente andiamo in perlustrazione.
L'acqua è verde, in alcuni tratti emerge una vegetazione grassa e abbondante. Sicuramente è popolata da coccodrilli e speriamo di vederne almeno uno. Ma non succederà.
Marakollya Beach sorge tra lagune di mangrovie il cui incremento è favorito dai fondi dei pochi proprietari di strutture turistiche che destinano una piccola percentuale del guadagnato alla preservazione della natura circostante.
Arrivando con il tuk tuk abbiamo notato le grandi distese di acqua abitate da cormorani neri e uccellini bianchi dalle lunghe zampe. Non è riserva ma è come se lo fosse, tale è l'attenzione e la cura.
Un bagno nella piscina naturale e una lunga passeggiata per rientrare alla cabana; abbiamo mille cose da fare, bere il nostro tea freddo alla menta, guardarci un film, leggere un capitolo dei nostri libri di Simenon (Georges ci accompagna nei nostri viaggi lunghi), dormire al sole e prepararci per la nostra cena a lume di candela sotto le stelle.
Le cose che ci preoccupano di più sono cosa scegliere di mangiare e in quale avventura cacciarsi l'indomani.
Ma sono preoccupazioni che lasciano il tempo che trovano, siamo noi ad essere scelti dalle avventure e quanto al cibo si deve provare tutto, se no che gusto c'è?

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