domenica 3 giugno 2012

India_Jaipur

Jaipur la ricorderemo per questo albergo che ci fa sentire a casa, e quando scrivo casa intendo la casa del cuore e non la casa di residenza. Casa è dove appendi il tuo cappello dietro alla porta.
La città è brulicante di colori e di rumori. Il nostro alloggio è colorato, con stanze fresche dipinte di bianco e finestre che al posto dei normali vetri hanno tanti vetrini colorati saldati tra loro, così che quando il sole scende e le trapassa diffondono una luce mistica e ipnotica.
Pradeep è il nostro uomo di fiducia. Ci mostra orgoglioso l'albergo che deve ancora essere terminato e passando silenziosi di stanza in stanza, tra mattoni appoggiati su pavimenti grezzi, nel salone che si apre alla nostra sinistra un uomo con uno strano copricapo sta dipingendo il muro. Il disegno è enorme, occupa tutta la parete principale e lui sta terminando i ricami alla fine della scena sacra.
L'atmosfera di familiarità che regna tra queste mura è rara e preziosa.
La notte la trascorriamo affascinati sul terrazzo dal quale si vede tutta la città con le sue luci e la sua foschia che mai l'abbandona. Ovattati nella luce delle candele le nostre parole si sciolgono fluide e vorremmo fermare per sempre il tempo.
Jaipur è magica.
Ma forse lo si può dire di tutta l'India.
Il giorno successivo cerchiamo un buon posto per mangiare e il "cocchiere" che sul suo risciò ci scarrozza da quasi un'ora ci porta davanti ad un improbabile "Italian Pizza".
Diciamo no, assolutamente no. Torniamo indietro e sulla strada da una casa che sembra quasi diroccata, notiamo dalle finestre un viavai di persone con piatti e bicchieri.
Se capitate a Jaipur fatevi portare qui: KHANDELWAL PAVITRA BHOJANALAY.
Chi vi porterà probabilmente si metterà a ridere oppure farà finta di non aver capito perchè non è un ristorante per turisti ma un ristorante per indiani. Ma qui mangerete il miglior pasto indiano in assoluto.
Non badate all'aspetto nè alla forma. Un enorme indiano con turbante e baffi imponenti vi guarderà con sospetto e vi farà accomodare dove c'è posto.
L'ambiente è spartano, con tavoli di laminato e gambe di metallo arrugginito. Le sedie di plastica rosse sono l'unica nota di colore insieme ai sari delle donne che pranzano con la famiglia. Non esiste menu quindi quando ordinate fidatevi dello sguardo dell'indiano col turbante. Sembra farci qualche cenno nominando le pietanze, come a suggerirci il meglio della cucina. I piatti in alluminio arrivano colmi di profumo e colore. Paneer Butter Masala, Shahi Pulau, Chapati. Mangiando queste pietanza è come mangiare l'India.
Forse è proprio così, viaggiare in India è nutrirsi di India per farsela entrare addosso e farla rimanere lì, per sempre.

Stanza 304
Casa a Jaipur
La luce entra dalla finestra nell'ora vicina al tramonto. 

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