giovedì 27 novembre 2014

Il nomadismo

E' presto per tirare le somme, sì voglio dire non è ancora terminato novembre e già mi accingo a fare riflessioni su questo 2014 che è passato come un razzo (2014 vero? ultimamente con orologio e calendario ho qualche dissapore).
Ma qualcuno ha già cominciato a chiedermi cose riguardo al tipo di vita ormai consolidato che stiamo facendo, al recente cambio di rotta lasciando l'Oriente e l'immancabile domanda se mi manca l'Italia.
Parto dal fondo.
L'Italia, come forse ho già scritto, è un po' che mi manca, a onor del vero non la riconosco da parecchio tempo e forse è uno dei motivi per cui l'ho lasciata.
Ma non è cambiata - sento già la voce di chi mi risponderebbe così - è sempre la solita, solo peggiorata.
Bene, cioè male.
Una volta Alberto Sordi che faceva il piacione con la lana mortaccina o il vigile "de la curva de la morte" o ancora il medico della clinica privata, mettendo in evidenza i difettucci dell'italiano medio, lo faceva con allegria e tutti si rideva.
Le litigate politiche erano alla Don Camillo e Peppone, al massimo volavano due schiaffoni e che vuoi che sia, poi si andava tutti dalla maestrina del cuore in punto di morte e si faceva pace di fronte a cose di gran lunga superiori.
Da bambini la paura più grande era del buio o del brutto voto della maestra, non di salire su un autobus e venire picchiato.
Poi le cose han cominciato a cambiare ma verso il peggio.
Sto andando a parare al "si stava meglio quando si stava peggio", vero?
E' vero e non è vero. Certo è, che sembra un po' a tutti che lo stare meglio ci abbia rubato la nostra italianità, se mai ne abbiamo avuta una.
Lasciamo perdere la nostalgia, la dietrologia, i luoghi comuni seppur in questo caso veri, e veniamo alla pratica. In soldoni, cosa mi dovrebbe mancare dell'Italia?
Gli scioperi? Le tasse? Il ladrocinio a danno del cittadino medio (ovunque ti chini c'è uno zucchino che rimbalza, perdonatemi l'immagine ma rende)? I lavori sotto pagati, quando ce n'è uno? 
Paese che vai, governo che trovi. Verissimo.
Parliamo allora del nostro patrimonio culturale, unico, impareggiabile, che tutti ci invidiano.
Cosa mi dovrebbe mancare? Vedere i monumenti lasciati nell'incuria? La chiusura dei teatri? Le carenze nell'istruzione pubblica? Le scritte impunite sulle statue e sui palazzi storici? Il vomito e il piscio nelle vie del centro della mia città?
No, è un'altra l'Italia che mi manca e che ho vissuto per poco perchè dal delitto Moro in poi le cose sono cambiate. Non tanto perchè abbiano ammazzato Moro, ma perchè qualcuno che sapeva ha taciuto.

Ero partita dal voler esprimere qualche riflessione su questa nuova vita e sul recente cambio di rotta e mi sono persa in un flusso nostalgico polemico che non porta a nulla.
Inoltre già sento in sottofondo il tema "The way we were" dal film con Barbra Streisand.
Eccovela, se ve la volete sentire o risentire rileggendo mentre vi date una martellata sui denti:


Animo animo! 
Perdere il filo del discorso sembra essere il mio nuovo mestiere e quindi rimando a domani il post che volevo scrivere oggi.
Comunque si stava meglio quando si stava peggio e quando si stava peggio non c'era internet perciò nessuno lo diceva!


GUARDARSI ALLE SPALLE PUO' ESSERE RIDONDANTE..........




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