lunedì 24 novembre 2014

Dove abita il silenzio

Ho sempre pensato all'Oriente, prima di abitarci intendo, come ad un luogo lontano dai rumori, tranquillo, avulso dai ritmi frenetici occidentali, un posto dove sedersi ovunque capiti e meditare, socchiudendo gli occhi e abbandonandosi al flusso dei proprio pensieri.
Incensi che bruciano, stoffe leggere che si muovono alla brezza del vento, un canto lontano di monaci che pregano, un'armonia sottile che permea ogni cosa....dite la verità, ci avete pensato un po' tutti, vero?
Mi dispiace incrinarvi un'immagine così sapientemente romantica e bohemienne, che fa molto figli dei fiori  tutti "peace and love", ma la verità fa sempre un po' male.
Siamo realisti, gli ashram in India esistono ma te li devi andare a cercare (spesso pagare) e per farlo ti muovi in un caos di persone mucche autobus risciò capre elefanti scimmie e topi che 24 ore al giorno rumorosamente esistono, senza tregua.
La Thailandia non è da meno, con quella lingua adorabile che sembra una musica ma che ti risuona nelle orecchie notte e dì, insieme a campanelli, tuk tuk, gong e immancabili clacson.
Vogliamo parlare dello Sri Lanka? I monaci cantano le preghiere attraverso megafoni posizionati un po' ovunque, a partire dalle 4 del mattino, il furgoncino del pane fresco passa per le strade alle 5 con una bizzarra musica di Natale suonata con lo xilofono a volume altissimo e durante il giorno sono costanti il vociare  (ma di che parlano tutti?), il traffico, i canti dei monaci e i clacson. Quando alla notte potrebbe esserci un poco di silenzio, attaccano le rane toro che, vi posso assicurare, muggiscono.
Trovare un momento che sia silenzio assoluto è praticamente impossibile.
L'Oriente è RUMORE, è frenesia, è vita, è incontrare sempre qualcuno che ha voglia di fare la tua conoscenza preservandoti da un isolamento che spesso cerchi ma inutilmente.
Ora che sono dall'altra parte del mondo, in un mondo che non ho mai conosciuto, si presenta una situazione bizzarra.
Uno dice : Mexico! e pensa ai sombreros, a danze e birra a tutte le ore, alla gente che ti cerca, alle feste tutte  tortillas e tequila, e invece....
E invece SILENZIO, lui, l'insospettabile, l'irraggiungibile, a metà tra bestia mitologica e sogno proibito.
Viviamo in una vallata sul mare dove il primo vicino è a 500 metri di distanza che se morisse ce ne accorgeremmo dagli avvoltoi in cielo, la strada principale che ci collega alla città più vicina (distante 20 km) è un'unica fettuccia di asfalto che corre lungo la costa e per raggiungerla devi attraversarla, questa valle, così che tra te e la strada c'è un mondo di cactus, cespugli, montagne e terra rossa.
Svegliarsi alla mattina è prepararsi un caffè, sedersi fuori davanti alla linea dell'orizzonte, quando il sole è ancora basso alle tue spalle, e ascoltare.....il SILENZIO.
La notte è priva di luci artificiali, non ci sono lampioni e non ci sono case e quelle poche sono solo luci tremolanti in distanza. 
Ma quando in quell'oscurità alzi gli occhi al cielo, a quella volta bucata da miliardi di stelle, allora senti che non c'è bisogno di luce, respiri forte come se un po' di quelle stelle potessero entrarti dentro ai polmoni e donarti un po' di quell'eternità.




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