sabato 25 luglio 2015

Ricami tra le rocce

E' sufficiente salire un po', fermarsi al primo spiazzo utile che consente una bella e aperta visuale, per notare come le creste montagnose che interrompono le grandi vallate, siano ricamate da paesini e roccaforti di bellezza antica.
Intessuti tra boschi e pascoli, le case, i palazzotti, le chiese e i campanili alterano il naturale profilo arricchendolo di linee geometriche più squadrate, compensando così le rotondità delle cime.
Molti di questi borghi o paesi regalano il meglio in distanza, osservandoli come sfidano la gravità affacciandosi spavaldi su dirupi e discese improvvise.
Il punto di vista infatti cambia notevolmente quando ci si abbandona a quegli angusti spazi, fatti di straducole che sguisciano tra i muri e le volte, facendoci sentire in un attimo dentro ad un guscio esclusivo.
Prendiamo ad esempio la bella Rocca di Calascio, raggiungibile dalla statale 17 e deviando per Santo Stefano di Sessanio.
La si scorge dopo pochi tornanti, come avvolta dalle nuvole rarefatte, quasi che si potesse sentirne la frescura del vento che si insinua tra le feritoie della torre di avvistamento dell'anno 1000.
La Rocca di Calascio è diventata celebre perchè è qui che sono state girate le scene più suggestive del film Lady Hawk con Michelle Pfeiffer e Rutger Hauer (per farvi un'idea cliccate QUI )
La strada prosegue praticamente fino alla Rocca, diventando nell'ultimo tratto un ottima prova per chi vuole sconfiggere la paura dell'altitudine: la stretta linea di asfalto bucherellato è infatti priva di barriere di sicurezza.
Noi lasciamo la macchina due tornanti sotto per percorrere il ripido sentiero che taglia la vetta tra alberi di ciliegie e noccioli, regalando in alcuni punti la vista sul Gran Sasso e sui monti della Majella.
Due punti di ristoro, di cui uno con possibilità di pernottamento, ci accolgono insieme all'aria un po' più fresca.
Scopriamo che qualcuno abita qui regolarmente, tra case completamente senza tetto diventate serre a cielo aperto e rovine in corso di ristrutturazione.
Il clima è gioviale, tranquillo, riposante, la vista è mozzafiato, anche nella terribile ora più calda che ci ha visti affrontare la camminata con il sole praticamente allo zenit sopra le nostre teste.
Ci fermiamo nella Taberna, su una panca di legno sotto ad un provvidenziale ombrellone.
Un cane nero di taglia piccola e pancia larga ci da il benvenuto, parcheggiandosi sotto ai profumi del mio panino alla porchetta abruzzese con tutta la mia sincera comprensione.
Il cane, di nome Zorra (fosse stato maschio sarebbe stato Zorro), reclama assaggi di qualcosa che vede sfilare davanti ai propri occhi e al proprio tartufo tutti i giorni.
Gli osti sono all'interno di una bottega scavata letteralmente nella roccia, dove una scaffalatura in legno ospita il riposo di invitanti caciottine di pecora.
Pochi passi ancora tra case abitate e ruderi pericolanti per respirare l'aria buona e godere della vista mozzafiato, poi si scende anche se la tentazione di rimanere a dormire in questo maniero arroccato è molto forte.
Chissà quante stelle si possono vedere da quassù, vicini come siamo al cielo...

dalla strada che lentamente comincia a salire si scorge
la sagoma regolare della rocca



residuo delle antiche mura


il Gran Sasso 

case senza tetto

piccoli ingressi (Hobbit??)

guardiani attenti

parapetti 

il riposo della Caciotta















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