mercoledì 29 gennaio 2014

Sopravvivere ad un matrimonio singalese: GIORNO DUE ovvero IL DELIRIO

Nuwan ci aveva timidamente avvisati.
Suo fratello, il maggiore non il novello sposo, ci aveva salutati con una frase sibillina: il 25 sarà un'altra cosa....
Pure suo padre è scoppiato a ridere quando ringraziandolo gli ho detto ci si vede il 25.
L'appuntamento è a partire dalle 9.30 del mattino (l'oroscopo così ha decretato) in un ristorante dal nome italiano: VOLO MILANO.
Piccola parentesi: ma cosa significa??? volo milano?? qui spesso usano nomi italiani o inglesi o francesi che a loro suonano bene ma senza capirne il significato. Insomma è un po' come quelli che si fanno tatuare il nome Giuseppe in ideogrammi giapponesi: avete mai conosciuto un giapponese che si chiama Giuseppe? ecco appunto.
Qui esiste il resort "google", il ristorante "a samantha piace" (giuro è un ristorante dove servono cibo), e altre amenità del genere.
Arriviamo questa volta in scooter e non in tuktuk alle 10 del mattino o poco più.
Troviamo tavoli vestiti di raso bianco e fiocchi color crema al piano terra e tavoli apparecchiati con tovaglie rosse sulla terrazza.
Salutiamo di nuovo tutti, sposi compresi e Nuwan ci accoglie con lo sguardo di chi ha visto una boa in mezzo al mare.
Come noi, non ama particolarmente gli eventi mondani di questo tipo e soprattutto questo in cui deve occuparsi di public relations e, da quanto ci dice, anche di manovalanza dalle cinque del mattino.
Con noi ha la scusa di doverci fare compagnia e svicolare dal parentado.
Ci offre un succo fresco di frutta ma sparisce inghiottito dalla cucina.
Dopo pochi istanti un cameriere ci porta due bicchieri con un liquido arancione-carota con strani pezzettini di sostanza non identificata che galleggiano in superficie.
Fa caldo, siamo assetati, noi lo beviamo e nel contempo vediamo apparire Nuwan dalla porta della cucina che avanza verso di noi sbracciandosi e dicendoci "no,no,no".
Cosa abbiamo ingurgitato?
I sacri calici degli sposi? Detersivo per i piatti (il gusto ci andava vicino)?
Scopriamo con sollievo che quello era Cordial, un concentrato abominevole ai gusti più disparati che viene diluito in acqua e servito a litri.
Arriva trafelato con due frullati di mango e banana che ancora oggi me li sogno tanto erano buoni.
C'è tutto un gran daffare tra cucina e salone, stanno preparando i piatti e siamo all'aperitivo.
Nuwan ci invita a scendere dalla terrazza e ci mostra il tavolo che ha riservato per noi.
Avete presente il muro di Berlino?
Benissimo, al di là del muro i tavoli apparecchiati con seta bianca e fiocchi color crema, al di qua del muro, in un corridoio lungo e buio, ci mostra la nostra sistemazione.
A destra il muro, a sinistra una casa.
Ci troviamo così isolati nostro malgrado dalla festa e sul momento non sappiamo cosa pensare ma subito dopo lo ringrazieremo.
Tanto.
Ci sediamo e cominciano a portarci bocconcini di pesce fritto che così buoni mai nella vita, bocconcini di  pollo alla diavola con cipolle da leccarsi le dita, ceci lessi con cipollotti freschi, pesce in salsina speziata e piccante, verdura lessa calda con cubetti di parmigiano (fornito da noi) e frutta fresca (ananas papaia e anguria) aromatizzata al pepe (provare per credere: sublime e rinfrescante).
Cominciamo ad afferrare il significato del confino dietro al muro quando vediamo arrivare anche suo padre, due suoi cugini e il fratello grande: qui si fa baldoria davvero.
Piccola postilla: il fratello grande aveva un cerotto di dimensioni ragguardevoli sulla fronte.
Che hai fatto? domandiamo. E ride.
Per caso arrack? Arrack è il loro whisky e abbiamo subito pensato ad una caduta tragica durante i festeggiamenti del primo giorno, dopo che noi ce la siamo svignata mentre erano in attesa della fornitura alcolica.
No no, stavo ballando e mi sono scontrato con la fronte di un altro.....
Attimo di silenzio....
Allora arrack!!!! e tutti a ridere. Ma quanto eri ubriaco per esserti sfracellato la fronte contro un'altra fronte? ma soprattutto, il proprietario dell'altra fronte, è vivo??
Nuwan sparisce e ricompare con una bottiglia di soda che mette sul tavolo, poi si siede e da dietro la schiena appare un litro di arrack.
Ahhh ma allora questo è il corridoio degli alcolisti! bastava dirlo subito!!
Attacca la musica e cominciamo a gustare tutte quelle prelibatezze tipo ruspe in un grande cantiere, accompagnando il tutto con un buon arrack diluito con la soda.
Ma Nuwan, toglici una curiosità...tua madre non si siede con tuo padre perchè è confinato qui e lei non gradisce vederlo bere?
Risposta disarmante: no no, mia madre beve ma solo di nascosto a casa, qui ci sono troppi parenti.
Ma i parenti non bevono? sì sì ma solo a casa di nascosto, qui ci sono troppe conoscenze..
Insomma, allora solo noi facciamo la figura degli ubriaconi in una grande famiglia di alcolisti...
Ma voi siete ospiti e suddah (bianchi). 
Ah, ok, suddha=alcolisti senza vergogna.
Devo dire che bere arrack alle 10 del mattino, 40 gradi all'ombra, dietro ad un muro come profughi, mangiare spezie, cipollotti e frutta con il pepe non era proprio nelle nostre intenzioni e forse nemmeno nella nostra più perversa immaginazione ma è stato tutto talmente piacevole, coinvolgente, divertente e sincero che ci siamo veramente divertiti.
Perso il conto delle bottiglie (una volta vuote diligentemente nascoste sotto al tavolo), la musica è cominciata a salire e di là dal muro si è scatenato l'inferno.
Donne, uomini, bambini scatenati in danze che neanche le balere di Casadei dei bei tempi potrebbero reggere il confronto.
Dopo quasi tre ore, veramente stremati dal cibo che non faceva in tempo a sparire per essere ricaricato in porzioni sempre più abbondanti, abbiamo comunicato a Nuwan che forse per noi era il caso di andare.
Andare? ma .......e il pranzo?
grazie ma abbiamo mangiato a sufficienza!
No no ma il pranzo viene servito in terrazza tra qualche minuto: riso cambogiano (ma non eravamo in Sri Lanka e soprattutto ancora cibo??).
Decliniamo spaventatissimi l'invito, quando è troppo è troppo.
E poi è noto, i migliori giocatori si ritirano quando vincono e noi eravamo in uno stato di assoluta beatitudine.
Nuwan ci accompagna fuori del budello proibito verso il nostro scooter e lì avviene il colpo di scena, la chicca che ci farà ridere per giorni.
Nuwan... è sparito il mio casco, quello rosso!
Ci guardiamo intorno, suo fratello accorre in aiuto ma del casco nessuna traccia.
Guardiamo tra i rami, per terra, sotto ai tavoli ma nulla. Anche il casco di Dinusha, la moglie di Nuwan, è dato per disperso.
Senza casco qui è multa certa.
Improvvisamente il mio sguardo si fissa sul pozzo, senza dire nulla mi ci avvicino dicendo tra me e me che non è possibile.


ad un matrimonio singalese tutto è possibile, 
anche dire ciao ciao al proprio casco dentro ad un pozzo

La scena del proprietario dell'hotel che con un secchiello da mungitura e una corda ha cercato senza successo di recuperarli, è stata una cosa drammatica, al limite delle lacrime.
Gettava il suo secchiello, tirava su della gran acqua e poi scuotendo la testa rituffava il secchiello.
Nuwan mi ha prestato il suo, siamo arrivati a casa e ci siamo abbandonati ad un sonno felice.
Il giorno dopo il mio casco era sano salvo e soprattutto asciutto a casa sua.
Tutto è bene quel che finisce bene!
Ma soprattutto: sopravvissuti!!!!!
Lo Sri Lanka è anche questo.




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