mercoledì 21 agosto 2013

Piatto del giorno


Caricarlo ben insacchettato sulla pedana del motorino, portarlo a casa e metterlo nel lavello toccarlo, sentire quanto è dura la sua pelle e quanto è bizzarra (ha due versi, uno liscio dove il dito scorre veloce e uno ruvido, dove il dito si blocca e grippa), osservare le pupille nere come due lame di buio, sfiorare la doppia fila di denti e scoprire che la mandibola esce davvero tutta se lui arriccia il muso.
Sarà che siamo cresciuti entrambi con il film che lo ha reso protagonista, sarà che il libro campeggia ancora nella libreria dei miei genitori con l’inquietante immagine della donnina in bikini che ignara nuota nel blu mentre lui la punta avido a fauci spalancate, sarà che il 70% dei documentari naturalistici verte sul “killer” dei surfisti, ma avere uno squaletto nel secchiaio della cucina fa decisamente un certo effetto.
Visto, piaciuto e comprato sull’immancabile banchetto dei pescatori di Weligama a poche rupie, questo terrore dei mari, benchè ora giaccia inerte, è di una bellezza preistorica e riflettiamo sull’incredibile mancanza di evoluzione di quella che pare una macchina perfetta e formidabile.
Traduzione: ce lo mangeremo con tanto piacere ma anche con tanto rispetto.
La carne dello squalo è magra e molto delicata, assomiglia alla carne del pesce spada ma è decisamente più raffinata.
Ottima per un sugo da saltare in padella insieme al riso e verdure oppure semplicemente bollita o al forno con una spruzzatina di lime, che qui si trova di piccole dimensioni ma di intenso profumo.
Insomma, una volta nel piatto fa meno paura....






Nessun commento:

Posta un commento