domenica 21 aprile 2013

A proposito di felicità

Sono le sei di sera, il tramonto sta per arrivare, tempo giusto qualche manciata di minuti e la luce diventerà arancio rosata, filtrerà dalle finestre creando ombre e spicchi inaspettati di bagliori.
L'aria comincia a rinfrescare e aprendo tutte le finestre corre veloce come scie di fantasmi burloni.
Siamo al sud, in provincia di Mirissa, in una località dal nome impronunciabile, a poche centinaia di metri dal mare, avvolti dalla foresta abbondante e viva e da un reticolo di stradine garbate e poco battute.
Le finestre sono quelle della nostra casa, quella che abbiamo sognato e che abbiamo trovato dopo averne viste diverse senza che nessuna ci colpisse al cuore.
Questa è stata l'ultima che abbiamo visto, arrivati ormai stremati davanti ad un cancello che era tutto un programma con la sua imponenza e i suoi cardini in ferro battuto ben oliati.
Oltre quel muro di legno brunito, c'era lei ed era più bella di come l'avevamo desiderata.
Ma soprattutto era come se ci avesse aspettato da sempre.
E' una casa speciale, inusuale, in stile coloniale ma evidentemente partorita da una mente eclettica che ha reso possibile più volumi al suo interno simili alle stanza segrete della nostra mente.
I materiali predominanti sono il legno e il cemento lisciato.
Il legno è marrone scuro, riveste l'alto soffitto in travetti e pianelle, di legno sono le diverse scale che si rincorrono con gradini e corrimani, legno in tutte le finestre, tante e elaborate come quelle delle navi, legno in ogni pavimento nei quadrati che emergono tra la colata di cemento lisciata a dovere, legno nelle porte e nelle grate ad ogni finestra, legno nel mobilio, esiguo ma di carattere e infine legno nel porticato lungo il lato nord della casa e nel prolungamento dell'ingresso all'esterno.
I pavimenti paiono cesellature di cemento, posato in diversi disegni geometrici semplici e dove una mano esperta ha fatto affogare alcuni cubi di legno più chiaro così che siano allo stesso livello del cemento ma camminando a piedi nudi si possano percepire come qualcosa di rassicurante e vivo.
Il giardino all'esterno è curato e rigoglioso di palme, alberi di banane, alberi di papaya e rampicanti delicati.
Il giardino sul retro è una porzione di foresta che raramente e solo in alcuni momenti lascia passare i raggi del sole.
Gli unici suoni che arrivano sono i cinguettii degli uccellini, le urla strozzate di due pavoni che volteggiano di tanto in tanto sul tetto con la loro immensa coda da aquilone, gli squittii nervosi degli scoiattoli delle palme, i richiami dei tanti gechi che abitano la casa insieme a noi e talvolta, in lontananza, un muggito stanco.
Per il resto spesso è il suono dell'aria tra le grate delle finestre e il rumore dei nostri pensieri ad aleggiare tra queste stanze.
E' la casa del vento.
E' la nostra casa.



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