lunedì 16 febbraio 2015

Piove sui cactus e sugli amanti

Ci si immagina il Messico come terra dove il sole non lascia tregua, i sombreros sono necessari quanto l'acqua e la terra è perennemente secca come la gola davanti ad un esame orale a scuola.
Del resto quando appoggi il piede fuori dall'aereo e vedi cactus ovunque è facile pensarla così.
Ma poi arrivano le nuvole in questi cieli che sembrano i più vasti dell'universo, nuvole che impertinenti scendono fino a toccarle, le punte dei cactus, e si infilano tra le montagne facendole scomparire come in un gioco di magia.
Non spariscono solo le vette, spariscono i condor, i picchi, le aquile e tutte le libellule che fino ad un attimo prima ronzavano beate nell'aria trasparente quanto le loro ali veloci.
E comincia a piovere.
Pioggia fitta, leggera, come se passasse attraverso una garza sottile, silenziosa come un sussurro.
La terra, da arida e polverosa, diventa una malta rossa e implacabile che si attacca alle suole delle scarpe rendendole pesanti e appiccicose e l'aria, da inodore e trasparente, si gonfia di ossigeno e profumo di bosco e resine.
La pioggia, una volta al suolo, ha un suo percorso preciso e inarrestabile, forma fiumi veloci che corrono a valle trascinando sassi e blocchi di terra, colorando di rosso nel loro percorso le strade e i marciapiedi.
Vene e arterie di un corpo che si risveglia e si nutre avido e attento.
E quando tutto è finito, quando la pioggia svanisce insieme alle nuvole e il cielo si riapre, pare di sentire un grande respiro e torna la vita.
Esiste un silenzio più grande dell'attimo prima che tutto sia ripristinato?
Questa terra, plasmata dal vento e dalla pioggia, è pulsante quanto una foresta asiatica.
Però occorrono pazienza e osservazione.
I punti di riferimento nella sierra non sono mai le strade che si percorrono tra cactus e cespugli, non lo sono i letti dei fiumi in secca bordati di rocce e sassi, non lo sono i saguari che svettano con le braccia al cielo, perchè tutto cambia dopo una pioggia ed è facile confondersi.
E' così che si impara a guardare le montagne, che disegnano con le loro bizzarre vette delle linee interrotte nel cielo.
In questa valle due amanti dormono, uno vicino all'altra, guardando il mare all'orizzonte.
Le spalle al sole che sorge, riposano aspettando ogni sera, da millenni, di vedere i tramonti infuocati morire nel Mar di Cortez.
Lui è stato un re deciso ma generoso, lei la sua sposa piccola e fedele.
Hanno regnato quando le balene ancora strisciavano verso il mare, indecise se rimanere terrestri o diventare creature dell'acqua, e i puma si aggiravano con denti a sciabola in cerca di cibo.
Sono morti insieme, quando la terra ha tremato così forte da aprire una profonda crepa che passa sotto al mare e arriva fino all'Isla Spiritu Santo e insieme ora riposano.
Hanno visto tante cose, conoscono molti segreti, un giorno forse troveranno il modo di raccontarmeli.
Per ora, io li amo guardare nella loro inattaccabile serenità.
Ve li presento:




2 commenti:

  1. sono innamorata del tuo Essere, della tua Anima <3

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  2. .......vorrei risponderti ma mi hai lasciato senza palabras Benny del mio corazon :)

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