martedì 16 settembre 2014

Yala crossing o della lunga strada del brivido

Siamo a Kataragama, la notte è filata liscia come l'olio, un sonno ristoratore rotto all'alba dai cinguettii e dai richiami gutturali delle scimmie sul tetto.
Durante un'abbondante colazione decidiamo il da farsi: un paio di giorni in perlustrazione e poi rotta verso Batticaloa, tagliando fuori la affollata frickettona Arugam Bay.
Tra il vedere una delle cerimonie giornaliere nei templi e un giro per le radure selvagge, scegliamo la seconda, anche per colmare come possiamo la mancata visita alla riserva dello Yala, ahimè chiusa.
Uscire da Kataragama è semplice, si punta a nord verso il primo paese raggiungibile, Buttala, a circa 40 km di distanza e si attraversa il territorio della riserva percorrendo la B35.
Perchè queste notizie dettagliate?
Perchè la B35 è una strada da non dimenticarsi mai più, una volta percorsa e una volta tornati a casa sani e salvi.
Strada accidentata? no, una bella lingua di asfalto senza nemmeno una buca
Incroci pericolosi? nessuna strada incrocia la B35, assolutamente nessuna
Curve a gomito? ma quali curve, dritta come un fuso o quasi
Autovelox, check point, posti di blocco? nemmeno. Se vuoi puoi fare i 100 all'ora (che qui è una bella velocità) senza pigliare una multa.
Allora cosa c'è di così avventuroso, pericoloso, ricolmo di incognite?
Facciamo una premessa, direi doverosa.
Usciti da Kataragama non c'è più nulla, nel senso che percorri una strada che per un buon tratto è solo un'asfaltata tra radure secche e un paio di riserve d'acqua dove i bufali si sollazzano felici.
Ad un certo punto appaiono bancarelle di frutta, di legna da ardere, di utensili in coccio e tappeti; tra le bancarelle e la radura piena di alberi secchi e cespugli ci sono nell'ordine: un giro di filo spinato, un fossato, una recinzione con l'alta tensione ("chi tocca muore").
E caspita, di cosa hanno paura??
Passato questo piccolo agglomerato di bancarelle sui due lati della strada due pesanti barriere a destra e a sinistra obbligano a rallentare per passare tra di loro ma nessun militare o posto di controllo presiede il check point.
Oltre quelle barriere si srotola a perdita d'occhio la strada, lunga, perfetta, assolata e deserta.
A destra e a sinistra una specie di savana cespugliosa secca, arida ma fitta così che tra i cespugli non traspare nulla; oltre quella savana, sia a destra che a sinistra, la foresta.
Drive slowly - guidate piano.
E noi accettiamo il consiglio, procediamo ad una velocità di crociera dei 50/60 km orari, scrutando ai nostri lati l'ammasso di cespugli e nessuna anima viva, solo qualche uccello colorato che volteggia furtivo.
In questo lungo tragitto che sembra non avere una fine, appare solitario un cartello che mostra un orso  sul ciglio della strada, morto, probabilmente investito.
"Orso???"
In Sri Lanka c'è l'orso, lo so che sembra impossibile, ma non solo c'è, attraversa anche la strada a tradimento. Non rallentiamo, procediamo già a una velocità accettabile.
Dopo un tempo interminabile, un altro cartello: scimmie morte sul ciglio della strada.
Oh povere scimmie, eccole, le vediamo da lontano e sono proprio sul ciglio della strada, vive, come se ci aspettassero.
Sono all'ombra di una gigantesca pianta, sono della razza più piccola, la macaca sinica sinica, quella che ha il ciuffo in testa tagliato come certi ordini di monaci che probabilmente qualcuno ha visto nel Nome della Rosa.
Un tuk tuk dal nulla appare alle nostre spalle, spinge sull'acceleratore, ci supera e lancia frutta alle scimmie che impazzite si lanciano in mezzo alla strada per fare incetta.
Ecco, io capisco la penuria di cibo, capisco che è bello aiutarle ma se per farlo fai rischiare una frittata di scimmia........
Rallentiamo per lasciar loro il tempo di raccogliere banane, cocomeri maturi e papaya.
Incrociamo un motorino provenire dalla parte opposta alla nostra, ci fa segno di rallentare e l'ometto alla guida ci fa un curioso gesto con la mano, fa dondolare l'indice come se stesse spegnendo la luce.
"Ma secondo te era offensivo?"
"Ma va là, magari aveva un tic nervoso..."
Altro cartello ma nessun morto: un elefante con un elefantino al seguito.
"Attraversamento elefanti?"
"Ma sì, come per gli orsi....capisco le scimmie, ce le siamo trovate anche in casa, ma adesso è troppo caldo e comunque è pur sempre una strada..."
Per precauzione rallentiamo, il motociclista ci ha segnalato qualcosa, sicuramente altre scimmie affamate.
La B35 è una strada lunga, interminabile, senza curve, ma qualche sali scendi che in alcuni tratti ti impedisce di vedere cosa c'è davanti a te.
Tu guidi, vedi la linea dell'orizzonte ma sei un poco in salita, quell'inclinazione che basta a perdere di vista la strada e stai come sospeso sulle montagne russe, in attesa che il muso della macchina punti di nuovo in discesa.
Ecco, il muso punta in alto, un motorino ci supera e sparisce all'orizzonte, come mangiato da una voragine.
Il muso punta in basso e il motorino davanti a noi è fermo.
"Sono dei pazzi, a momenti li tiro sotto, ma si può fermarsi così dopo...."
Lontano, ma non così tanto, la linea dell'orizzonte è interrotta, proprio sulla strada, da una montagna in movimento.
L'uomo del motorino di prima non pigiava nessun tasto con l'indice, mimava semplicemente una proboscide, quella che in quel momento era attaccata alla montagna.
Il cibo non richiama solo le scimmie e gli uccelli, ma anche gli elefanti.
E' là, fermo o meglio dondola un po' in avanti e indietro, indaffarato a mangiare dei germogli di palma e a godersi l'ombra di uno degli alberi giganti che si incontrano sulla strada.
Dall'altro lato della strada un furgoncino fermo decide di tentare la sorte e passa davanti alla proboscide senza problemi.
La coppia in motorino decide di fare uguale e quindi toccherebbe a noi.
"Eh, grazie tante, adesso magari si è innervosito..."
"Ma sembra tranquillo...."
"Sì, ha parlato la donna che legge nella mente dell'elefante..."
Nascondo subito macchina fotografica e binocolo, agli elefanti non piacciono per niente.
"Ma rallentiamo o passiamo veloci?"
Sinceramente non siamo esperti della guida con elefante sul percorso....
Passiamo lentamente, cercando di non fissarlo e ......è enorme, possiamo sentirne il respiro mentre ciondola tranquillo la proboscide.
E' senza zanne, è una femmina e al nostro passaggio non ci degna di uno sguardo.
Dobbiamo sembrare buffi, chiusi in una scatoletta che lei può distruggere con una mossa e senza troppa fatica.
Ridiamo, quando siamo a distanza, commentiamo la scena
"ahahah, che avventura, altro che parco....è andata bene!!!"
Sì, benissimo, fino al successivo saliscendi.
Qui la situazione è decisamente diversa, tant'è che non ho nemmeno pensato a tirar fuori la macchina fotografica, benchè fossimo ancora a distanza.
In lontananza la seguente scena: elefante in mezzo alla strada (con zanne, maschio e dotato di un carattere non propriamente accomodante), davanti a noi il solito motorino dei due disperati, dal lato opposto tuk tuk e dietro al tuk tuk corriera rossa.
Arriva alle nostre spalle una jeep del parco carica di bidoni d'acqua.
Ci supera e si avvicina all'elefante.
"Ecco, vedi? adesso risolvono tutto.."
Sì, come se a un elefante schiocchi le dita, gli urli "sciò" e lui se ne va.
La corriera non ha tempo di aspettare, supera il tuk tuk e con sfrontatezza passa davanti all'elefante che mica è scemo e non si fa prendere per i fondelli dal primo autista che ha mangiato betel a colazione.
Il pachiderma si mette davanti all'autobus sfidandolo ma soprattutto bloccandogli la strada.
Appoggia il testone sul muso della corriera fissando l'autista che nel frattempo deve aver fatto un danno incalcolabile dentro ai propri pantaloni.
Poi si appoggia al lato destro del mezzo, guarda dentro, vuole guardarli tutti in faccia.
L'autista, in un momento di lucidità, accelera e scappa mentre l'elefante, che non deve aver gradito molto la cosa, sventola minaccioso a mo' di protesta la proboscide.
Quelli della jeep se la ridono, comunicano qualcosa via radio e sfidano l'elefante.
"Sì sì, ecco, adesso risolvono tutto..."
In realtà saranno il carrozziere e il vetraio a risolvere il danno: un colpo secco di proboscide, nemmeno tanto forte in verità, e muso e vetro sono andati.
Uno degli occupanti scende dalla jeep, probabilmente sono abituati a questo genere di situazioni.
Noi, anche volendo, non possiamo indietreggiare, la fila che si è formata non ce lo consente.
E' un ragazzo giovane, con un piglio deciso e urla qualcosa all'elefante senza però convincerlo, così come ultimo estremo tentativo, lancia qualcosa verso il pachiderma.
E' una palla con una miccia che esplodendo emette un botto e rilascia coriandoli di carta.
Dopo tre palle l'elefante, quasi scocciato, ripiega nella macchia di cespugli, sparendo immediatamente come solo un elefante sa fare.
I successivi kilometri sono a passo d'uomo con un'allerta che ci fa stare con occhio spalancato ormai privo di lacrimazione.
Arriviamo a quello che sembra uno degli ingresso dello Yala e vediamo che ci sono diverse persone intente a pulire una jeep, ci fermiamo e chiediamo conferma della chiusura della riserva.
Un signore molto gentile ci informa che l'unico blocco aperto è il numero tre, alla nostra sinistra, e che se vogliamo possiamo entrare con il nostro fuoristrada ma non senza battitore.
Il prezzo è buono, ci avvisa che gli animali saranno pochi data la siccità ma che il giro vale il biglietto.
L'unico problema è che dobbiamo ritornare dopo qualche ora, verso sera, perchè in quel momento fa davvero troppo caldo ed è vero.
Qual è il problema? che dobbiamo ripercorrere la B35, ripercorrerla per tornare qui e ripercorrerla di nuovo per tornare a casa.
"Ma sì, ma che vuoi che sia, averne visti due in una volta è stato un caso, figurati....la probabilità di incontrarne un altro è veramente remota...."
Le ultime parole famose.
Alla prossima puntata.

signori e signore ecco la assolata, deserta (si fa per dire)
B35
E' tutta così, lunga lunga fino alla fine.


scimmie affamate



da lontano non sembra ma vi assicuro che era enorme!!!!
Passate voi se avete il coraggio!






2 commenti:

  1. Fantasia che prende forma dai tuoi racconti 😊

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  2. spesso diventa difficile raccontare esperienze che abbiamo vissuto, potrebbero sembrare inventate ma una cosa che ho imparato è che la realtà supera di gran lunga l'immaginazione! :)

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