mercoledì 13 novembre 2013

Un ritorno che è una partenza

Colombo Singapore è una passeggiata.
Poche ore di volo e si atterra in un aeroporto che quasi a malincuore lasci tanto è bello, soprattutto dopo mesi in cui il massimo del lusso e del consumismo è rappresentato dal supermercato ordinato di Matara.
Luci, ordine, pulizia, pavimenti tirati a lucido, bagni che profumano di gelsomino e cestini per la raccolta differenziata sempre vuoti e puliti, negozi accattivanti, questo è il primo impatto che si ha con Singapore, o meglio con il suo aeroporto, il Changi.
In prossimità dell'uscita dell'aeroporto si presenta la scelta: autobus, taxi, metropolitana.
Ogni scelta un percorso, ogni percorso una sua particolare uscita, ordinata, pulita, efficiente: fa quasi paura.
Chi si dirige ai taxi aspetta diligentemente in fila dentro ad un percorso obbligato tracciato da transenne (tirate a lucido), senza subire la calura dell'asfalto.
L'attesa la si fa comodamente al fresco dell'aeroporto e si esce solo quando il gentile signore addetto allo smistamento individua il tuo taxi. Ah, che taxi vuoi? Normale, Mercedes o van?
Le tariffe sono esposte e ben chiare, non ci sono possibilità di fraintendimenti e per ogni tipologia di taxi l'attesa è veramente irrisoria.
Il taxi normale, quello che scegliamo noi, si rivela un Mercedes così chiediamo spiegazioni: per categoria Mercedes si intende la flotta di ultimo modello, per categoria Normale può esserci anche un Mercedes dell'anno passato. Ah beh, sopravviveremo.
Inutile dire che la corsa dall'aeroporto al centro di Singapore costa meno di una corsa in taxi nel centro della nostra bene amata città italiana.
Singapore ci appare come una modernissima città che si è fatta ordinatamente strada tra la foresta, lasciandone alberi maestosi e centenari in ogni angolo possibile.
La sensazione che si ha percorrendo il largo viale alberato è di respiro, soprattutto quando poco dopo, sulla sinistra, vediamo il mare.
La scelta di alloggiare nel quartiere Little India si rivela subito vincente.
I colori, i profumi, i rumori di questo spaccato indiano mitigano la bellezza perfetta da plastico che Singapore può suggerire.
In realtà la sensazione di essere in una città tanto perfetta e funzionale da sembrare finta, prima o poi sorge spontanea, ma è tutto talmente ipnotico che quello che potrebbe sembrare un difetto, diventa un pregio.
Soprattutto per chi come noi ha alle spalle mesi e mesi di vita spartana tra foresta, strade di terra, negozietti improvvisati e spiagge selvagge.
Singapore è il posto dove difficilmente troverai un pacchetto di gomme da masticare perché....sono proibite. Sono proibite perchè è proibito sporcare e difficilmente maledirai colui che ha sputato la gomma che si è attaccata alle tue scarpe, perchè non esiste.
Non esiste sporcizia in nessun posto e ti chiedi come questo possa essere possibile visto che sono pochi, quasi rari, i cestini per la spazzatura.
Allora cominci a pensare che è una questione di educazione.
Se non c'è il cestino, non è detto che tu debba buttare la cartaccia per terra, semplicemente la metti nella borsa e la butti quando sei a casa o in albergo. Oppure puoi tranquillamente lasciarla cadere per strada tenendo il portafogli o la carta di credito nell'altra mano, pronto a pagare una multa di 1000 dollari singaporensi (euro 600 circa). Il che non è una semplice minaccia ma una assodata verità.
Non si entra dentro la metropolitana con cibo o bevande nè tantomeno con accendini: 500 dollari di multa.
Non si fuma se non negli spazi consentiti e vi garantisco che sono pochi e poco segnalati.
Se tutto questo può apparire eccessivo, il risultato della totale assenza di sporcizia, cartacce, mozziconi di sigarette e le famigerate gomme da masticare attaccate alle suole, ripaga tale rigore.
Nei parchi si può camminare a piedi nudi: nessuna siringa o pupù di cane vi insidierà.
Little India si concede giusto i banchi di frutta e verdura sui marciapiedi con conseguente profumo intenso di spezie e incensi ma il tutto molto ordinato pur nel suo folklore.
Little India è movimento, musica, colore, calore, in una parola vita.
Gli edifici sono bassi, ben curati e le strade interne sono piene di piccoli locali dove si può mangiare, bere e in alcuni casi anche fumare.
Spostarsi in metropolitana è semplice quanto bere un bicchier d'acqua.
Nella città dell'efficienza, la metropolitana ne è il suo biglietto da visita.
Fruibile, intuitiva, pulita, veloce e apparentemente sicura, nonostante i monitor all'interno dopo una eloquente carrellata di attentati avvenuti all'interno delle metropolitane di tutto il mondo, invita tutti a segnalare con prontezza eventuali strane situazioni, bagagli abbandonati, personaggi sospetti.
Non esiste accesso ai binari così che la leggenda dell'uomo misterioso che butta le persone sotto i vagoni e scappa non può prendere piede.
Gli ambienti sono talmente luminosi e aerei che non si ha alcuna sensazione di essere sotto terra, l'aria condizionata amplifica la sensazione di benessere e le carrozze sempre pulite e in ordine mettono di buon umore.
I vagoni arrivano a intervalli di 5/7 minuti l'uno dall'altro e si attende pazientemente dietro la linea rossa lasciando il tempo e lo spazio a chi deve scendere di farlo; le porte di vetro si aprono in corrispondenza delle porte dei vagoni e non esistono nemmeno gradini o pericolosi inciampi.
Basta salire e godersi la corsa.
Fatta eccezione per il centro di Singapore, il resto della metropolitana ad un certo punto sbuca dalle viscere della terra e corre in superficie così che abbiamo potuto constatare che Singapore si sta espandendo anche nella sua periferia in maniera ovviamente armoniosa, pulita e ordinata.
A volte ci viene il dubbio che tutto sia fatto di Lego da un architetto molto abile.
Muovendosi in metropolitana è conveniente fare un abbonamento che copra più giorni in modo che si possa saltare da una linea all'altra senza dover ogni volta cambiare biglietto e poi, sinceramente, avere un abbonamento alla metro di Singapore fa sentire molto meno turisti!
In tutto questo trionfo di pulizia e ordine, la gente praticamente non esiste.
Nessuno vi starà appresso per vendervi tour organizzati, stoffe, sculture, ammenicoli vari.
Ma se chiedete troverete una gentilezza e una professionalità squisite.
Tutti si spostano con in mano nell'ordine:
- ipad o tablet con auricolari e batteria aggiuntiva (che non si sa mai che si rimanga a secco durante una chat su facebook)
- telefono con auricolari e batteria aggiuntiva (preferibilmente uno smartphone)
- doppio telefono per saltare da uno all'altro
- ipad e telefono insieme
Insomma, abbiamo visto ragazzi incollati allo schermo dell'iphone seguire una soap opera mentre stavano salendo le scale mobili, bambini in spalla a mamme intenti a guardare, dall'ipad della mamma, l'ultimo cartone animato prima di salire sui vagoni della metro.
Singapore è anche la città della tecnologia e tutti ne usufruiscono a piene mani.
Tutta la rete metropolitana è collegata in maniera commercialmente splendida.
Volendo puoi raggiungere la fermata successiva o il quartiere successivo a piedi ma camminando sempre sotto terra in quello che è a tutti gli effetti un enorme, grandioso, luminoso e tentatore centro commerciale.
Qui puoi trovare veramente di tutto: distese di ristoranti sushi, caffetterie con internet gratis (una palese imitazione di StarBucks), negozi di abbigliamento, scarpe, gioiellerie, elettronica, popcorn glassati (mi devono spiegare come fanno a mangiarli con avidità visto l'odore decisamente nauseabondo, eppure la coda di persone in attesa di un barattolo di popcorn aromatizzati al gusto di vaniglia era costante), banche, negozi di fotografia, negozi di biscotti, cartolerie e chi più ne ha ne metta.
Potresti quasi girare un'intera fetta di Singapore senza mai uscire alla luce del sole e senza nemmeno averne la percezione della mancanza. Più o meno.
Perchè fuori, sopra la terra intendo, Singapore strappa ohh di ammirazione per la plasticità di Marina Bay, la baia famosa per la sua piscina all'ultimo piano di un tris di grattacieli uniti tra loro da una costruzione che scimmiotta molto bene una nave da crociera, per i quartieri caratteristici e monoetnici (Little India, Arab Street, China Town, quest'ultima sinceramente deludente rispetto alla verace China Town di Bangkok perchè fatta solo per i turisti), per Orchard Road la strada dello shopping di lusso di alto livello con i suoi palazzi dalle vetrine che sembrano grandi acquari, per le cospicue macchie di rigogliosa vegetazione che non manca mai tra una strada e l'altra e per quella strana aria calda umida e priva di odori (se non sei a Little India) che ti fa sentire come uno sconosciuto tra sconosciuti e perciò, molto spesso, invisibile.
Abbiamo visitato tra le altre cose il Jurond Bird Park, venduto come il parco più grande e fornito al mondo di uccelli.
Ora, capisco che non sia proprio pensabile entrare in una grande voliera insieme ad aquile e avvoltoi, ma osservare i pappagalli dietro ad enormi grate di ferro sinceramente a me non ha fatto impazzire.
Il parco è abbastanza grande ma attraversato da una stradina di asfalto che porta su e giù i turisti che non amano camminare; ritengo che sia giusto per chi ha bambini molto piccoli e per coloro che hanno problemi di deambulazione o di pressione (fa molto caldo) ma per chi desidera camminare? per coloro che camminano hanno fatto dei sentieri dai quali bisogna prima o poi distaccarsi e farsi le stradine di asfalto.
La gigantesca voliera del Bioparco di Valencia ha da insegnare molto anche qui a Singapore.
In ogni caso, assolutamente degni di nota:
- i pellicani, ne hanno tanti e tutti liberi. Viene organizzato uno spettacolo informativo mentre un inserviente lancia loro pesci di varie dimensioni e poi, per chi lo desidera (IO IO IO IO) per la modica cifra di 2 dollari ti consegnano un guanto di gomma e un sacchetto di pesciolini da lanciare ai pellicani.
Ho sgomitato senza pietà davanti a gruppi di bambini vocianti e sono arrivata prima al luogo della pastura....irresistibili. Sono rumorosi, goffi, affamati come se non ci fosse più un domani ma soprattutto sono enormi.
- il pellicano rarissimo del Centro Africa, il Balaeniceps Rex volgarmente detto becco a scarpa: praticamente un fossile, una statua, qualcosa che non può davvero esistere. Ritto tra i cespugli e l'erba alta, in silenzio, sul momento ho pensato al cattivo gusto di mettere una statua raffigurante un uccello. Molto meglio non mettere nulla; poi l'essere ha girato la testa e mi ha fissato. Ho provato un brivido freddo calcolando la distanza tra me e lui e l'assoluta mancanza di recinzione
- una serie di aquile e pappagalli maestosi (ma pressochè poco visibili dietro a pesanti e fitte grate)
- civette gufi e nottole rinchiuse dentro a speciali gabbie di vetro tenute al buio (violentemente illuminate dai flash maleducati e impertinenti di un maleducato e impertinente giapponese che se ne è guardato bene dal rispettare i divieti)
In abbinamento al parco degli uccelli propongono in maniera altrettanto altisonante (e ahimè con la stessa sottile post delusione) il Singapore Zoo e il Wild Safari notturno.
Abbiamo lasciato perdere.
Una cosa interessante di Singapore è che quando riparti puoi recuperare l'Iva spesa su beni acquistati che superino almeno i 100 dollari; non è un granché, un po' meno del 5%, ma noi abbiamo provato e sono stati riaddebitati nel giro di poco tempo.
Singapore è il posto ideale dove fuggire almeno una volta all'anno, un po' come New York ma con il sapore orientale. Avere un bel carnet di carte di credito darebbe modo di sfogare le più bieche voglie di shopping ma vi sono cose e momenti che non è possibile acquistare.
Sono le cene seduti su sgabelli di legno a guardarsi negli occhi, a riassaporare dopo tanto una bottiglia di vino e scoprirsi innamorati come adolescenti ma adulti.
Sono gli ingressi in metropolitana sfoderando, direi quasi ostentando, l'abbonamento per vedersi aprire le sbarre, anche solo strisciando la borsa o il portafoglio e ridersela complici.
E' la cameriera della birreria che al momento di pagare il conto si ferma a chiacchierare e quando le diciamo con l'emozione a fior di pelle e un poco imbarazzati che siamo in luna di miele, ci porta un piatto di squisitezze omaggio per festeggiarci.
E infine, ma soprattutto, è tornare a casa, quella che ora è la nostra casa qui in Sri Lanka, e capire che casa è dove siamo noi e che il nostro ritorno in realtà è solo una partenza verso una nuova avventura, la nostra nuova famiglia.

Little India by night

Singapore city

Marina Bay Sand Resort
la piscina (accessibile solo ai clienti del resort) è sulla nave con vista mozzafiato
sulla baia e su Singapore

Marina Bay, la City

China Town
tempio della reliquia del dente


Jurond Bird Park, ingresso




Pellicano Becco a Scarpa
Balaeniceps Rex
altezza: 150 cm (cioè io e lui ci guardiamo pressochè nelle palle degli occhi)
apertura alare: 260 cm 
peso: 7 kg
lunghezza becco: 40 cm


Momenti di gloria!!!!!!!

il mio preferito

Probosciger aterrimus aterrimus



io e l'emù


...love is....



















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