giovedì 16 ottobre 2014

Kuala Lumpur, una città che cresce

Quando si vive per tanto tempo a contatto diretto con la Natura, dimenticando quasi gli orpelli e le comodità della vita moderna, nel momento stesso in cui si riassapora la grande metropoli si compie una balzo così brusco che è quasi come chiudere una porta alle proprie spalle e aprirne un'altra.
I due mondi sono compartimenti stagni e immancabilmente ovunque ti trovi sentirai la mancanza di dove non sei.
A Kuala Lumpur ci si sveglia senza il cinguettio insistente degli uccelli e il richiamo potente delle scimmie, non prendi il caffè osservando il passaggio discreto di un varano nel giardino e non ti abbandoni a passeggiate romantiche su spiagge sterminate al calar del sole.
A Kuala Lumpur bevi il caffè con lo sguardo che fa lo slalom tra grattacieli che di così alti non ne avevi mai visti tutti insieme, apri gli occhi con il sottofondo lontano del traffico grazie ai vetri robusti delle finestre che ti fanno sentire un po' un pesce nell'acquario e la tua resistenza alla passeggiata è di un'ora prima di desiderare furiosamente di entrare in un refrigeratissimo centro commerciale dove, anche senza comprare, ti tufferai senza ritegno alcuno nel dimenticato mondo del consumismo.
Per anime inquiete e mai ferme come le nostre, i repentini cambiamenti sono essenziali, sono lo stimolo al pensiero e all'ideazione, sono la sveglia al troppo dormire.
Ci aspettavamo Kuala Lumpur come un grande villaggio dove, ai piedi delle famosi torri, una distesa di vecchie case e macchie di foresta la fanno da padrone.
Non che avessimo una gran preparazione aggiornata in merito, devo essere sincera, ma quando si parte per una destinazione sconosciuta è come incontrare una persona con cui ti sei scambiato lunghe lettere ma solo con il pensiero.
In realtà Kuala Lumpur oggi è una pulsante metropoli in divenire; lo tocchi con mano dal numero di grandi cantieri dove le fondamenta possono contenere un intero quartiere, dalla qualità delle costruzioni appena terminate, da quella sottointesa progettualità che percepisci quando per andare da un quartiere ad un altro (coprendo distanze kilometriche) hai a disposizione il walkway, un geniale tunnel refrigerato sopraelevato che ti fa camminare senza fatica e ti accorcia magicamente le distanze.
Giusto fuori dal centro ritrovi le casette, qua e là, e qualche macchia di foresta ma Kuala Lumpur si muove veloce e presto tutto verrà riassorbito in quella che diventerà una moderna e futuristica città.
Non si parla di cementificazione folle e di abbattimento di polmoni verdi essenziali bensì di futuro, progresso, pulizia, ordine.
Spesso nel progresso, ahimè, non esistono mezze misure, un paese se rimane rurale rinuncia alle comodità e se evolve in metropoli dimentica la semplicità.
Esiste semmai, ed è questo il difficile da realizzare, una progettualità razionale e rigorosa che se da un lato garantisce il progresso dall'altro lo fa con il minor impatto possibile.
In una parola: Singapore.
A Singapore, che io amo tanto, dall'alto dei grattacieli puoi scorgere intere macchie di foresta così fitte da non riuscire a vedere la strada che le attraversa, i cittadini sono stati educati a non lasciare rifiuti in giro, il rispetto civico e una dura ma efficace repressione degli atti criminosi mi consente, io donna, di girare anche alle 4 del mattino da sola senza avere il minimo problema.
Queste dovrebbero essere le metropoli del futuro, dal momento che non è possibile per l'uomo, per sua natura, tornare alla primitiva semplicità rinunciando al progresso.
Fino a che questo meccanismo funzionerà, l'unica strada possibile a mio avviso dovrebbe essere questa che è un po' come dire "limitiamo i danni e facciamo tutti contenti".
Onestamente credo che prima o poi, e il poi ormai sarebbe da omettere, arriveremo allo stop obbligato che me lo figuro come quando stai correndo in macchina con la musica a tutto volume e improvvisamente finisci la benzina o il motore si grippa. Imprechi, prendi a calci la ruota come se potesse servire a qualcosa, ma poi prosegui a piedi.
A piedi.
Comunque, ho divagato molto.
Kuala Lumpur è interessante, sta vivendo la fase del trapasso quindi è probabile che tra un anno o due tutte queste considerazioni saranno superate.
I cantieri sono tanti e l'ordine con cui vengono amministrati lascia a bocca aperta.
I camion che vi lavorano e che trasportano fuori i detriti vengono lavati accuratamente prima di raggiungere la strada principale per evitare di sporcarla e questa la dice tutta.
La rete della metropolitana è ancora piuttosto carente ma devono completarla e quella che c'è funziona, è veloce e puntuale con vagoni puliti e nuovi; su alcune tratte hanno fatto i vagoni rosa per sole donne con bambini, dove i sedili sono disposti in modo tale che possono entrarci anche eventuali passeggini e carrozzine.
Non esiste quasi spazzatura in giro. Non esistono cassonetti, raccolta differenziata lasciata a marcire sotto al sole, cestini pubblici ricolmi mai svuotati. Il segreto credo sia in una buona amministrazione e in una corretta risposta del cittadino, tutto qui.
Prettamente mussulmana, con una piccola percentuale di induisti, Kuala Lumpur appare come una città tollerante.
Nei supermercati esistono settori "halal" (cibo per mussulmani ovvero privo di maiale e alcol) accanto alle normali scansie dove si può trovare di tutto.
In quasi tutti i negozi che vendono alcolici campeggiano avvisi in cui si precisa che è severamente vietato vendere ai mussulmani e ai minori di 18 anni.
Noi occidentali siamo visti con assoluta indifferenza; nessuno si avvicina a pressarci per proporci non so quale pacchetto turistico ma nel momento in cui chiediamo informazioni riceviamo in cambio una cortesia e una gentilezza sorprendenti.
Spesso parlano un ottimo inglese, oltre al malese e al cinese.
I cartelli sono in malese e inglese ed è curioso come molte parole malesi siano di derivazione inglese o italiana e vengano scritte esattamente o quasi come si pronunciano.
Restoran è il ristorante, pos le poste, teksi il taxi, bas il bus. Poi ovviamente cerchi l'uscita della metropolitana e di fronte all'unica scritta "keluar" capisci che forse è proprio lei, l'uscita...
Il simbolo per eccellenza della città sono le Petronas, le torri gemelli situate a KLCC Kuala Lumpur City Center.
E come non cercare di andare fino in cima?




Nessun commento:

Posta un commento